Better Call Saul5×07 JMM – 5×08 Bagman

Saul Goodman esce finalmente allo scoperto, divorando quello che rimaneva di Jimmy McGill con tutte le conseguenze del caso.

9.8

Come largamente preannunciato nella scorsa coppia di episodi, Better Call Saul si appresta a farci vivere gli ultimi, concitati momenti della stagione e non potevano che arrivare in questa maniera: diretti da Vince Gilligan.

Avevamo affrontato l’argomento Gilligan proprio nel “preludio” a questa quinta, favolosa stagione, nell’articolo dedicato a El Camino: a Breaking Bad movie, dove sottolineavamo le nette scelte stilistiche che accomunano il regista nativo della Virginia, la tendenza al parallelismo tra i suoi due lavori, ma sempre contestualizzando ed evolvendo le scene cosiddette cult, che hanno segnato l’immaginario degli spettatori di Breaking Bad. Abbiamo però detto più volte che Better Call Saul può definirsi a tutti gli effetti un prodotto a sé stante, che omaggia la serie madre senza però accusarne l’enorme fardello sulle spalle; per questo anche in questo caso, nonostante il richiamo sia quasi letterale, la “discesa negli inferi” di Saul è solo superficialmente identica a quella di Walter White in quello che può essere etichettato a tutti gli effetti come uno dei migliori episodi della serialità: Ozymandias.

Naturalmente un episodio della portata di Bagman per poter riuscire ad avvicinarsi così tanto allo status di perfezione visiva ha bisogno di una preparazione quasi maniacale che gli consenta di sprigionare tutta la sua forza al momento giusto, senza doversi preoccupare di nient’altro e per questo il ruolo giocato da JMM è fondamentale, anche se apparentemente “piccolo” al confronto.

Lo sviluppo di Saul all’interno di JMM è la dimostrazione calzante della chirurgica scrittura del personaggio, interpretato come al solito magistralmente da un Bob Odenkirk che meriterebbe da un po’ di tempo di uscire vincitore da una certa shortlist ogni prima metà di settembre. Ma veniamo a noi: Saul dopo essersi sposato (per la terza volta?) con Kim all’inizio dell’episodio, viene messo per l’ennesima, o forse per la prima vera volta, davanti alla scelta che gli precluderà per sempre una certa direzione. Il nostro avvocato infatti, in svariate occasioni ha scavalcato il confine della legalità, tanto amato dal fratello Chuck, ma non ha ancora avuto il coraggio di fare quel salto definitivo nel buio che lo porterebbe a lasciare indietro quella parte di sé che dal fratello, fino a Kim e lo stesso – odiato – Howard, hanno sempre cercato di proteggere; chi allora se non Lalo Salamanca (interpretato divinamente da Tony Dalton) poteva ricoprire il ruolo di avvocato del diavolo, mettendo l’oliva a chiusura del Martini? Da Justice Matters Most a Just Make Money, tre semplici parole, un’indole quasi naturale per chi ha sempre vissuto dall’altra parte della legge e che spengono definitivamente la moralità di Saul. Il resto lo conosciamo già.

Never trust a hug. It’s just a way to hide your face

JMM si chiude con la naturale auto proclamazione di Saul ad essere superiore, qualcuno che nemmeno il tanto scultoreo e biondissimo Howard potrà più permettersi di guardare dall’alto in basso, perché sprovvisto dell’invito a sedersi nel suo stesso tavolo.

Un preambolo del genere non poteva che comportare un rovinoso tracollo nelle battute successive e probabilmente Bagman descrive la miglior (o peggior, dipende dal lato da cui la si guarda) caduta di un “Dio” dai tempi della presa dell’Olimpo da parte di Ade in Hercules. Tutto, fin dagli istanti iniziale, con la falsa titubanza di Saul nel pensiero di dover trasportare sette milioni di dollari per il cartello solo per alzare la sua quota di compenso, lasciano presagire una riuscita tutt’altro che agevole per il nostro avvocato, eppure Bob Odenkirk è talmente convincente che lo spettatore stesso si ritrova trascinato dalla sua euforia.

Il momento più significativo dell’episodio e forse dell’intera serie è la rappresentazione delle due facce di Saul: l’abbraccio con Kim, straziante e consapevole sul volto di Rhea Seehorn, bugiardo e sornione in quello di Saul. Il novello Zeus (da lui proclamatosi) privo una volta per tutte della zavorra che lo tratteneva, si lancia spavaldo verso il suo nuovo sé stesso, incurante della tempesta che da lì a poco si abbatterà su di lui.

Magistralmente posizionata, come sempre, la scena simbolo che predice lo sfaldamento del fragile immaginario costruito da Saul fino a qualche istante precedente: nell’attimo in cui il novizio “galoppino” di Lalo attende l’arrivo dei cugini Salamanca nota sul suo mocassino, accompagnato sobriamente da un calzino tigrato coordinato con la cravatta (un uomo del suo rango non lascia niente al caso), una macchia di sabbia che si appresta prontamente a togliere con l’acqua della sua borraccia targata naturalmente Davis & Main: quel gesto apparentemente insulso, quella piccola e insignificante macchia rimossa lo costringerà ad idratarsi con la sua stessa urina nello sconfinato e arido panorama desertico del New Mexico da lì a poco. Nel mezzo c’è una puntata magistrale che racchiude ogni stilla di Ozymandias al servizio di Bagman, rimarcando ancora una volta l’enorme ammirazione di Gilligan e Gould per Tarantino e i Coen, entrando a pieno titolo tra le migliori ore di televisioni degli ultimi cinque anni.

La “discesa negli inferi” di Saul è solo superficialmente identica a quella di Walter White

Probabilmente è del tutto inutile estrapolare passo dopo passo le analogie tra la figura di Walter White e di Saul Goodman in questo episodio, tanta è la bellezza di ammirare con i propri occhi lo stesso percorso che si sono tracciati due personaggi tanto distanti formalmente eppure così vicini idealmente tramite gli stessi autori a distanza di anni. Il finale di stagione (e forse di serie dato che, nonostante sia stata rinnovata ufficiosamente per una sesta stagione, non sarebbe strano vedersi concludere le avventure del noto avvocato) è alle porte e non possiamo fare altro che continuare ad ammirare finché ci viene concesso un prodotto del genere.

  • 10/10
    Storia - 10/10
  • 10/10
    Tecnica - 10/10
  • 9.5/10
    Emozione - 9.5/10
9.8/10

Summary

L’ennesima, noiosa dimostrazione di come si può incantare attraverso la televisione.

Porcamiseria

9.8

L'ennesima, noiosa dimostrazione di come si può incantare attraverso la televisione.

Storia 10 Tecnica 10 Emozione 9.5
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