NightflyersNightflyers Season 1: non basta il nome

Season Recap Il pilot di questa serie ci aveva lasciati divisi tra l'apprezzamento delle atmosfere e il dubbio per alcune scelte tecniche, oltre che per la tenuta di una serie di dieci episodi tratta da un racconto di neanche trecento pagine. Gli altri nove episodi aiutano purtroppo a comprendere meglio quale delle due sensazioni fosse quella corretta.

6.0

Nel parlare del pilot di Nightflyers si era detto dell’interesse suscitato dall’abbondanza di elementi horror e del modo caotico in cui si era passati dall’introduzione alla storia vera e propria, evidenziando però quello che allora sembrava come il punto interrogativo più grosso riguardo a questa serie.

quanto materiale si può tirare fuori da una storia di queste dimensioni, soprattutto considerando che non ci sarà l’autore a dare una mano?

Dopo aver visto tutti e dieci gli episodi di questa prima stagione si può concludere di aver centrato il bersaglio formulandoci questa domanda. La sensazione che rimane dopo la visione della serie è quella di una buona storia che è stata però allungata e stiracchiata per produrre dieci episodi, per di più senza neanche godere di un’eccelsa tecnica nell’unire la storia laddove le stiracchiature apparivano più logore.
Il risultato è una serie lenta, con parecchie sbavature e comportamenti quantomeno discutibili. Costruita però su una storia valida.

È la dimostrazione che non basta il nome dell’autore famoso per fare una serie di successo.
Non si possono trasformare trecento pagine scarse in una serie tv, non senza che l’autore collabori riscrivendo il tutto per la televisione, e una serie non può vivere di pochi colpi di scena sapientemente dosati ma immersi in un qualcosa ripieno di lentezza e perplessità.

La storia è quella che già si era vista nel pilot: la Terra è in grave pericolo, ci sono malattie incurabili che la sferzano, e l’unica speranza è rappresentata dall’avvenieristica astronave Nightflyers, messa a disposizione dal suo comandante Roy Eris affinché la squadra scientifica radunata dal visionario scienziato Karl D’Brainin possa raggiungere gli alieni Volcryn, fare il tanto agognato primo contatto con loro e scoprire da loro un modo per salvare il mondo.

Lineare e semplice, non fosse per alcuni piccoli elementi di disturbo.
Intanto la presenza a bordo di un L1, un telepate, che scopriamo essere una mutazione abbastanza recente dell’umanità. Temuti e odiati dal mondo, rinchiusi e reclusi, tenuti sotto sedativi… questo viaggio disperato è stato visto da Thale come il modo per sfuggire alla sua prigione, malgrado i pericoli dell’avventura, tra i quali la reazione dell’equipaggio alla scoperta che lui sarebbe salito sulla nave: rifiuto, paura, odio. Per qualche episodio proprio Thale sarà centrale alla trama, quando si cercherà di capire se sia o meno lui il responsabile dei sabotaggi alla missione.
Poi abbiamo il mistero del capitano Eris, che a lungo appare solo come ologramma salvo a un certo punto presentarsi fisicamente, mantenendo su sé stesso, fino allo sconvolgente finale, un velo di mistero.
Abbiamo anche il misterioso sabotatore, l’eredità di Cynthia Eris: è un virus informatico, un’Intelligenza Artificiale, una copia della mente della donna, la donna stessa trasferitasi nella coscienza della nave da lei creata? Cynthia sarà al centro di quasi tutti gli episodi, tra i dubbi su chi o cosa sia e la curiosità riguardo alla sua contrarietà all’incontrare i Volcryn.
Senza contare la spada di Damocle che ci pende sul capo, quei minuti iniziali nei quali già vediamo la fine della Nightflyers: come ci si arriva? Di chi è la responsabilità?
Del telepate Thale, volontariamente o magari inconsciamente? Di Cynthia Eris? Dei Volcryn?

Purtroppo le atmosfere che avevano intrigato nei minuti iniziali, con quella vena horror e citazionista, risulteranno pressochè assenti in tutta la serie.
Nei singoli episodi avremo modo di esplorare un poco la mente dei vari personaggi, scoprire qualcosa sul loro passato, assistere all’evolversi delle relazioni tra di loro. E lentamente, molto lentamente, dipanare i misteri rappresentati da Thale, da Cynthia, dai Volcryn.
Il tutto però aggravato da una sorta di pressappochismo in cabina di regia, lo stesso che si era già notato nel pilot quando non vengono forniti riferimenti temporali e si impiega un po’ di tempo a capire che siamo nel passato, prima delle scene iniziali (e che quindi la storia sarà relativa al come si sia arrivati a quelle scene, e non invece un’indagine postuma partita dopo aver ricevuto il messaggio di Agatha).

Per esempio, Tessia, la donna delle api.
Quando compare non si capisce se sia reale o meno,sembra interagire solamente con Thale e adoperarsi per renderlo più deciso e pericoloso.

Anche successivamente, quando incontra Rowan, sembra parlare solo con lui. Le inquadrature e lo sviluppo della storia non mostrano mai che qualcun altro sappia di lei, tenendo in piedi la possibilità che sia reale quanto che sia un costrutto… dei Volcryn? Di Cynthia?
E sarebbe potuto anche essere tutto voluto, un’ambiguità ricercata. Se non fosse che a un certo punto, dopo un salto temporale, semplicemente scopriamo che fa coppia con Rowan, tutti lo sanno, tutti la conoscono e anzi lei ora è incinta. Quindi non era qualcosa di studiato, non avrebbe avuto senso risolvere poi la cosa in questa maniera. O l’intera ambiguità era casuale, o non lo era ed è stata risolta in maniera insensata.

E così anche altre situazioni, che vengono magari fatte sviluppare in un modo per poi essere risolte di colpo altrimenti. Con comportamenti quasi incomprensibili, spesso irrazionali.
C’è l’elemento dei raggi Teke e dell’influenza Volcryn, certo, ma questo può al massimo entrare nelle scelte degli ultimi episodi, troppo comodo dare la colpa agli alieni per ogni incongruenza.

Alla fine la serie, che pure non era partita male, si è arenata a causa della lentezza e di alcune scelte infelici. Dalle premesse sarebbe potuta essere una serie da bingewatch invece si è rivelata la classica serie che ti ritrovi a guardare quasi svogliatamente, senza una vera spinta emotiva. Nel finale si è puntato tutto sul creare premesse intriganti per un’ipotetica seconda stagione (Cynthia, Lommie e Augustine, i nuovi poteri di Thale, il messaggio lanciato da Agatha, quel che farà Karl, quel che succederà a Mel e a Roy, le conseguenze per Rowan di quanto accaduto) che però non bastano a risollevare la serie, così come i cliffangher alla fine di qualche episodio non bastavano a salvarlo dalla sua stessa lentezza.

Non è sufficiente prendere una storia di Martin per creare la nuova hit, e allungando il brodo di un racconto non si ottiene del materiale per una buona serie.
Non basta un buono spunto narrativo, serve anche una sceneggiatura all’altezza, servono atmosfere e ritmo.
In un periodo in cui abbiamo un’enorme quantità di serie televisive, la differenza la può fare solo la qualità.
E qui, purtroppo, manca.

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 5.5/10
    Tecnica - 5.5/10
  • 5.5/10
    Emozione - 5.5/10
6/10

Summary

Sulla carta era una serie molto promettente, ma la realizzazione e la necessità di tirare le cose per le lunghe per poterci costruire sopra dieci episodi hanno minato il tutto alle fondamenta. Ci sono buone cose, e buoni spunti per una seconda stagione che però dovrà vivere di vita propria, senza avere la storia di Martin da seguire. Ma c’è anche un’insopportabile lentezza, e ci sono tanti, troppi problemi di sceneggiatura, che alla fine non fanno appassionare lo spettatore come invece una serie di questo tipo dovrebbe fare.

Porcamiseria

6

Sulla carta era una serie molto promettente, ma la realizzazione e la necessità di tirare le cose per le lunghe per poterci costruire sopra dieci episodi hanno minato il tutto alle fondamenta. Ci sono buone cose, e buoni spunti per una seconda stagione che però dovrà vivere di vita propria, senza avere la storia di Martin da seguire. Ma c'è anche un'insopportabile lentezza, e ci sono tanti, troppi problemi di sceneggiatura, che alla fine non fanno appassionare lo spettatore come invece una serie di questo tipo dovrebbe fare.

Storia 7 Tecnica 5.5 Emozione 5.5
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