Orphan Black3×01 The Weight of This Combination

La seconda stagione di Orphan Black, una serie in bilico tra il thriller più serrato e il sci-fi con i suoi cloni impersonati dalla magistrale Tatiana Maslany, si era conclusa con un WTF di quelli seri. Una di quelle svolte che ti costringe a riscrivere completamente le dinamiche di una serie televisiva. Sto parlando, ovviamente, della rivelazione dell’esistenza, parallelamente al Project Leda (portato […]

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La seconda stagione di Orphan Black, una serie in bilico tra il thriller più serrato e il sci-fi con i suoi cloni impersonati dalla magistrale Tatiana Maslany, si era conclusa con un WTF di quelli seri. Una di quelle svolte che ti costringe a riscrivere completamente le dinamiche di una serie televisiva.

Sto parlando, ovviamente, della rivelazione dell’esistenza, parallelamente al Project Leda (portato avanti dalla DYAD Corporation su concessione governativa) che tutti abbiamo avuto modo di conoscere nel corso degli ultimi venti episodi, di un Project Castor, che ne costituisce la controparte maschile destinata ad uso militare.

Questa prima puntata della terza stagione si apre, in netto contrasto con l’ambientazione che fa da sempre da sfondo alla serie, con un fantastico cold opening ambientato in un sogno estremamente vivido e colorato di Helena (io la adoro), incinta e circondata dall’affetto delle sorelle. Peccato che questo sogno si riveli completamente diverso dalla realtà delle cose: Helena si risveglia infatti in preda ai deliri, rinchiusa in una cassa con un piccolo scorpione immaginario (peraltro, doppiato dalla stessa Maslany), nella base del Project Castor. Scopriamo anche che Helena è stata consegnata al nemico a seguito dell’ennesimo tradimento da parte di Mrs. S.
Tradimento che, perlomeno, stavolta è in parte scusato dalla necessità indotta di salvare Kira.

Comunque, già da questi primi fotogrammi mi sono ricordato il motivo per cui amo così tanto questa serie: la Maslany riesce a cogliere ogni singola sfumatura dei cloni che interpreta, che risultano in questo modo riconoscibili a colpo d’occhio. C’è qualcosa nella voce, nel modo di gesticolare e di muoversi, nell’espressione facciale, che rende assolutamente unico ciascun clone, e di questo bisogna dare credito alla Maslany e alla sua capacità di rendere impeccabilmente ogni singola sfumatura dei suoi personaggi.

Orphan Black

Qualche perplessità mi sento di riservarla, invece, per le controparti maschili, tutte ad opera di (un comunque ottimo) Ari Millen, che rischia però di non essere incisivo al pari di Tatiana nel caratterizzare i suoi personaggi. C’è da dire che la caratterizzazione di Sarah, Cosima, Alison, Helena e Rachel è aiutata in buona parte anche dal trucco, componente che per forza di cose in un interprete maschile è fortemente ridimensionata. Sono sicuro, comunque, che le capacità interpretative di base ci siano, nonostante tutti i cloni maschili presentati finora mi siano sembrati dei semplici psicopatici. Aspettiamo, comunque, di vedere quali sono le loro reali intenzioni e come si inseriranno nella storyline principale.

Delphine

La trama di questo primo episodio è incentrata principalmente sul nuovo incarico di Delphine (ormai vera badass della situazione) che ha preso il posto di Rachel al comando della DYAD dopo l’invalidità di quest’ultima (ricordate la famosa scena della matita nell’occhio?). Tale decisione la porta, per necessità, a non fare distinzione tra i cloni e da qui la sofferta decisione di troncare la sua relazione con Cosima, sempre più adorabile nonostante il suo ruolo ormai marginale nella storia. Del resto, logica vuole che un malato terminale nelle sue condizioni stia a casa a riposare (nella fattispecie insieme a Kira, aka la bambina più sveglia di ogni galassia conosciuta) e certamente non in prima linea sul piede di guerra.

Delphine scopre, comunque, di quale infamata Rachel si stava rendendo autrice: stava attuando un’operazione denominata “Helsinki”, che prevedeva in breve l’eliminazione completa di ogni clone. Questa informazione viene carpita dalla stessa Rachel (immobilizzata su un letto d’ospedale a causa della matita di cui sopra) nel modo più crudele possibile, ossia cacciandole a forza un dito nell’occhio malato.
Ad ogni modo, a supervisionare la “pulizia” sta per giungere un certo Ferdinand, il quale non deve assolutamente sapere delle condizioni in cui versa la bella Rachel.
La soluzione ottimale, quindi, qual è? Ma ovviamente quella di prendere un paio di cloni a caso, truccarli, imparruccarli e costringerli ad impersonare un’altra persona. Nel caso di specie, Sarah è costretta a interpretare la sua nemesi, in cambio di una promessa di aiuto nel recuperare Helena. Queste sono le parti di Orphan Black che davvero mi mandano fuori di testa: la tensione per la paura di essere scoperta ad impersonare Rachel è davvero palpabile, e altrettanto evidente è la sensazione di straniamento che Sarah prova nell’interpretare qualcuno di così profondamente diverso (anche qui, lode alla Maslany perchè non glielo diciamo mai abbastanza).

Ma è stato quando Ferdinand ha chiesto esplicitamente di vedere Sarah che mi si è gelato il sangue. Per fortuna, a dare man forte impersonando Sarah è intervenuta Alison. Ovviamente, neanche a dirlo, il fatto che si tratti di Alison si capisce nel primo millesimo di secondo.

Orphan Black

Per fortuna Delphine e Sarah riescono a incastrare Ferdinand, mandando in fumo anche il piano per l’uccisione di Alison (nel frattempo tornata a casa a fare un po’ di ginnastica).

Ammirevole, in questo caso, lo spirito di collaborazione dimostrato da Sarah nell’aiutare un’organizzazione che sta palesemente agendo (perlomeno, nel complesso) contro i suoi stessi interessi, al solo fine di liberare la sua sestra Helena. Il personaggio di Sarah Manning appare, come sempre, estremamente contrastato e in bilico tra la volontà di aiutare il prossimo (Helena, Delphine, Felix e tutte le sue sorelle) e la costante paura di essere tradita, proprio come è avvenuto con Mrs. S che ormai sta dimostrando un comportamento sempre più bipolare. Mi sembra evidente come Kira sia ormai l’unica persona che conta per lei, e a questo punto ha fatto bene Sarah a urlarle contro:

You’re not my people!

Mrs. S vince, a causa dei suoi comportamenti così altalenanti, la palma di personaggio più ambiguo di tutta la serie. Ogni sua azione sembra apparentemente dettata da secondi fini, e non è sempre chiaro dove voglia andare a parare o cosa voglia ottenere.

Il mio voto a questa prima puntata della stagione è di quattro PorcaMiseria su cinque. Orphan Black non perde mai un colpo, e il motivo per cui non ho assegnato all’episodio il punteggio massimo è che, semplicemente, a volte il ritmo della narrazione sembra fin troppo frenetico e veloce, e non lascia il tempo allo spettatore di riflettere per qualche istante su cosa sta guardando. Detto questo, per me questo rimane uno dei telefilm migliori attualmente in circolazione, vuoi per la storia sempre appassionante, vuoi per l’interpretazione eccezionale della Maslany, di sicuro ineguagliata in tutto il panorama televisivo.

4

 TWITTER FREAKS!

La premiere di Orphan Black sembra aver colpito praticamente tutti in rete:

Non manca, ovviamente, chi loda le capacità interpretativa di Tatiana che, in effetti, regge tutta la serie con il suo talento:

Mi riconosco appieno nella paura provata durante il tentato omicidio di Alison:

Porcamiseria

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