Orphan Black3×02 Transitory Sacrifices of Crisis

Siamo ormai abituati alla formula di Orphan Black: pochi dettagli, svelati gradualmente e sempre nei momenti giusti, ma dai quali comunque non si capisce un accidenti fino a forse l’ultimo episodio della stagione. Tutto regolare anche questa volta, dato che per ora sappiamo giusto che Helena è in parziale libertà e che i cloni maschili […]

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Siamo ormai abituati alla formula di Orphan Black: pochi dettagli, svelati gradualmente e sempre nei momenti giusti, ma dai quali comunque non si capisce un accidenti fino a forse l’ultimo episodio della stagione. Tutto regolare anche questa volta, dato che per ora sappiamo giusto che Helena è in parziale libertà e che i cloni maschili del progetto Castor (quanti sono?) non sono tutti dei buoni samaritani, ma non sappiamo niente di tutto il background di questi soggetti, né di cosa li spinga a questi comportamenti pericolosi. In questo episodio capiremo un po’ di più (ma nemmeno troppo).

I Cloni in libertà

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Seth e Rudy, i cloni rispettivamente col baffetto e con la cicatrice, sono finalmente ricongiunti e se la spassano con la prima ochetta che trovano tentando di farsela in due (lei rifiuta spaventata, boh, sei scema?). Tutto molto divertente finché non arriva Paul, ora collaboratore al progetto Castor, che ha cambiato più lavori in tre stagioni di un neolaureato precario in tre anni.

Conduce un breve test di logica sui due cloni, con Seth pare in difficoltà, forse per qualcosa di più dell’alcool assunto la sera prima, e gli ordina di tornare alla base. I due lamentano di non aver trovato il “campione originale”, qualunque cosa sia e a qualunque cosa gli serva, ma ingoiano il rospo e accettano l’ordine… O forse no.

Seth fa il bravo e si presenta al punto di raccolta, ma si capisce che qualcosa non va quando inizia a flippare e a impazzire, evidentemente mostrando comportamenti da clone difettoso. Rudy aveva già capito il problema, e passa all’attacco per trovare il campione di tessuto che cercano, introducendosi a casa del Clone Club, fortunatamente deserto.

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Una cosa ottima di questo episodio è una parziale visione degli obiettivi del progetto Castor, anche se mi sento di dire che i cloni maschili sono nettamente meno distinguibili dei cloni di Sarah, non riuscendo dove le ottime doti recitative di Tatiana Maslany centrano il bersaglio. Come alibi a questa mancanza tuttavia si può presupporre che background dei cloni maschili, esclusivamente militare, li abbia resi sostanzialmente uno la copia dell’altro, con qualche vezzo e dettaglio fisico a fare da discrimine.

Tornando al progetto Castor, c’è ancora un dettaglio da svelare…

Helena

La nostra amica matta con le occhiaie è nella base del progetto Castor, guidato dalla dottoressa Virginia Coady. Non proprio un ospite trattato col guanto di velluto, dato che viene sottoposta a uno stress test da annegamento, e fortuna che è incinta altrimenti per me ci rimaneva secca.

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Il secondo test è lo stesso test di logica fatto ai cloni maschili, durante il quale io mi sono cappottato dalle risate. Non riesco mai a capire fino in fondo quando sta trollando i suoi interlocutori e quando sta rispondendo seriamente, e la cosa mi ammazza.

Finita la prova di logica (vabbè, visto l’esito lasciamo stare…) la dottoressa Coady porta Helena a prendere una boccata d’aria, tutto per circuirla e portarla a credere che le sue sorelle l’abbiano volontariamente abbandonata. Helena sembra scema ma non ci casca (per ora), fermamente convinta della fedeltà del Clone Club.

Cosima e Alison

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Cosima (accento sulla “i”) è fresca come una rosa dopo la terapia, e passa alla DYAD per un colloquio col dottor Nealon, il nuovo dottor Leekie messo lì da Delphine. La rivelazione è importante anche se un mezzo buco nell’acqua per i nostri cloni: il genoma originale utilizzato per i progetti Leda e Castor è andato perduto, così come l’identità dei soggetti originali. La linea Castor, per quanto iniziata dai militari, venne in definitiva considerata un fallimento e (si è sempre creduto) abbandonata, diversamente dalla linea Leda, da cui discendono i nostri cloni femminili.

Se tanto mi dà tanto, conoscendo Orphan Black, il genoma originale è tutto fuorché perduto. Scommettiamo che ciccia fuori qualche mega colpo di scena fantascientifico nei prossimi episodi?

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Alison intanto continua la sua vita tranquilla da casalinga impegnata, alle prese con le elezioni da rappresentante dei genitori nella scuola. La sua schizofrenia e l’apparenza da mamma perfetta la rendono uno dei personaggi più divertenti della serie, soprattutto per la naturalezza con cui si tuffa a capofitto in attività illegali.

Dove sta l’illegalità vi chiedete? Semplice, la riscossione di soldi per la campagna elettorale tramite la vendita non autorizzata di medicinali, ceduta dal precedente “titolare”, un liceale che parte verso il college. È tutto bellissimo.

Le indagini di Sarah

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Tutto parte con serenità per Sarah, che inaugura la nuova casa di Cal con la piccola Kira (voglio sapere in che banca ha acceso il mutuo perché rosico), ma l’idillio è breve: viene chiamata da Art per una questione riguardante due gemelli maschi che hanno aggredito una ragazza. Sarah capisce subito che ha tutto a che fare coi cloni del progetto Castor, col dettaglio inquietante dell’agenda in cui loro registrano informazioni su chi incontrano, assieme a elementi utili per indagini genetiche.

Torniamo poi da Mrs S., pestata come una fetta di vitello da un batticarne. Per quanto non si sappia mai cosa la spinge a prendere le sue decisioni, vuoi per tornaconto personale, vuoi per amore per Kira, il consiglio che dà a Sarah è preziosissimo: lascia la bambina fuori da questa storia e tienila lontana da tutta la baracca, te compresa, almeno per il momento.

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Figurati se ascolta quella, poi non lamentarti se tua figlia diventa mammona e rimane a casa fino a 30 anni a farti da badante.

Rimane solo la questione spinosa di Paul, ormai introvabile e in combutta col progetto Castor. Non fosse che prima fa visita a Cal, sollevando il suo passato da mercante di armi. Cal stesso è uno di quei personaggi ciccipucciosi che un giorno uscirà fuori e farà un macello, me lo sento.

Lo scontro

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Avevamo lasciato Rudy a indagare per trovare informazioni sul campione di tessuto originale, almeno fino all’arrivo a casa di Sarah e Kira. Qui le cose si fanno brutte, in una sequenza da ansia e tensione riuscitissima, soprattutto vista la pazzia del clone maschile, che ti fa temere davvero per le sorti dei personaggi.

Cal passava di lì, ma viene bloccato da Seth, fortunatamente colto da crisi nevralgiche prima che possa fargli del male. Il problema è grave e non basta nemmeno un Moment Act, ma grazie a questo imprevisto Sarah e Kira si salvano e Seth viene ucciso dal fratello, in un gesto di pietà. Nel parapiglia generale almeno si capisce il perché del trappolone: Rudy cercava informazioni sul genoma per salvare il fratello.

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Questo getta una luce diversa sui prodotti del progetto Castor: alla fine non sono banali psicopatici, ma sono mossi anche loro da un sentimento di fratellanza, per quanto guidati da un’organizzazione militare. Il fatto li rende forse più vicini ai cloni femminili, data la situazione precaria di Helena, e per un momento l’espressione allarmata di Sarah sembra mutare in uno sguardo di comprensione.

Tornata la calma, finalmente Sarah ascolta il consiglio di Mrs S. e lascia Kira in custodia a Cal, in partenza verso l’Islanda (perché giusto più deserta di così c’è solo l’Antartide). La prossima mossa è cercare Mark, l’unico clone un po’ meno psicopatico, per avere più informazioni sul conto del progetto Castor.

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Mark, scappato con la moglie Gracie dalla fattoria in cui è stata messa incinta Helena, pare voler cancellare il suo passato da clone, in tutti i sensi: lo si vede nel bagno dell’albergo in cui i due risiedono, intento a bruciarsi la pelle per cancellare il tatuaggio su suo avambraccio, segno distintivo dei cloni.

Un bell’episodio, senza ombra di dubbio, da un ritmo abbastanza intenso e piacevole. Unica pecca l’assenza di grossi cliffhanger a creare tensione e hype per la prossima puntata, per cui attribuirei 4 porcamiseria su 5.

4

Su Twitter alcune impressioni sull’ultimo episodio:

Chi shippa da morire Alison e Donnie. Come dare torto, le loro sequenze mi hanno fatto morire.

Chi chiede un intervento direttamente da Tatiana Maslany, che la vita è difficile e lei se la sta cavando fin troppo bene.

Porcamiseria

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