Questa doppietta di episodi di Orphan Black rappresenta due anime contrastanti, ma indissolubilmente collegate, nel ciclo narrativo della serie. Laddove “The Scandal of Altruism” rappresenta l’azione, il dramma intenso e il perfetto colpo di scena, “The Antisocialism of Sex” è l’elaborazione del lutto e il tentativo dei cloni Leda di rimettersi sulle proprie gambe, due facce di una moneta di inestimabile valore.
The Scandal of Altruism
Il miglior episodio di Orphan Black mai andato in onda – non amiamo gli estremismi, ma questa volta era necessario – rappresenta il vero giro di boa rivoluzionario nel percorso del Clone Club verso la cura della loro malattia. L’accordo con Susan Duncan, la rimozione del maggot bot e l’operazione in incognito di Beth Childs sono le tre dimensioni di questa missione, in un perfetto intreccio tra passato e presente.
Infatti, persino il maggot bot era strumentale all’analisi della patologia riscontrata sui cloni, inducendo modificazioni al DNA dell’ospite in base ad esigenze contingenti. Per Sarah, lo scopo era di trovare il giusto interruttore genetico per far insorgere la malattia da cui è immune, causandole collateralmente la morte. Fortunatamente ancora non è stato “premuto il giusto tasto”, ma ad Evie Cho poco importa di dover rimuovere la nanomacchina dalla guancia di Sarah, visti i suoi propositi, ben più pericolosi.
In una perfetta sequela di mosse, contromosse e congetture, è alla fine la CEO di Brightborn a uscirne vincitrice, cancellando tutti i dati raccolti dalla ricerca di Cosima, sottraendo Kendall all’ultimo minuto e sfruttando a suo vantaggio il ruolo enigmatico di Susan e Ira, il primo sospettato in quanto non facente parte della trattativa sull’utilizzo del corredo genetico dell’Originale. Lo showdown finale è un pugno nello stomaco inaspettato, magistralmente diretto e interpretato, pervaso di dramma e disperazione.
A fare da contraltare comico torna Krystal Goderitch, che non solo offre ottime occasioni per stemperare gli animi, ma fornisce ai protagonisti nuovo materiale narrativo da cui ripartire e speranze per la sorte di Delphine – Evie sostiene fermamente che sia stata uccisa, ma le bugie hanno sempre le gambe corte.
Art: “Does Leda mean anything to you?”
Krystal: “Yeah, I love their eyeliner.”
Il flashback sull’ultima notte di Beth è a metà tra la classica ciliegina sulla torta e il voler rigirare il coltello nella piaga: l’inganno di Evie Cho ha radici profonde, e colei che con il suo sacrificio ha dato origine a tutte le vicende del Clone Club era l’unica a conoscere le reali intenzioni della spietata Neolutionista. Susan Duncan ne esce riabilitata, in passato ingiustamente assurta a capro espiatorio per tutte le controversie legate al progetto Leda, e potrà finalmente far valere la propria conoscenza per una buona causa.
The Antisocialism of Sex
L’autocommiserazione e il senso di colpa investono i protagonisti come un treno in corsa paragonabile a quello che ha posto fine alla vita di Beth all’inizio di tutto. Chi ne risente più di altri sono le due persone coinvolte nella trattativa con Susan: Sarah e Cosima, ognuna a suo modo disperata e priva di prospettive e speranze per il futuro.
Sarah, in rottura con Mrs. S. – e dalla parte del torto – fa quello che faceva prima di essere un clone consapevole: beve, si droga, beve, fa sesso a tre, beve di nuovo. La spirale di perdizione in cui Sarah vortica incessantemente ha i suoi inquietanti fantasmi, condensati e rappresentati dalle apparizioni di Beth: le allucinazioni non la riportano sui binari confortanti della madre affettuosa, anzi servono solo ad acuire lo smarrimento provato dalla protagonista, fino a farle considerare il più estremo dei gesti.
Sarah: “You gonna follow me the rest of my life?”
(Ghost) Beth: “Tonight’s our last night, I hope.”
Cosima si è vista scivolare la terra da sotto ai piedi, assistendo all’assassinio di Kendall, a opera di Duko, apprendendo della presunta morte di Delphine e perdendo tutti i dati raccolti nelle sue ricerche con Scott. L’unica speranza rimane il maggot bot estratto dalla guancia di Sarah e sottratto dalla scrivania di Evie Cho.
La disperazione prende il sopravvento, quando Cosima pondera il gesto sconsiderato di impiantarsi la nanomacchina nella guancia, sperando di invertire l’effetto desiderato su Sarah e indurre modificazioni nel DNA utili alla cura della malattia dei cloni Leda. Scott viene chiuso fuori con l’inganno dal laboratorio, mentre Cosima ci fa temere il peggio con il bisturi in mano, visibilmente scossa nonostante la decisione presa.
Il salvatore di questo episodio di Orphan Black denso di introspezione è Felix, in grado di salvare sia Sarah dai suoi istinti suicidi che Cosima, grazie alla provvidenziale telefonata avuta con Scott e grazie all’aiuto di Kira e delle sue misteriose capacità empatiche. La famiglia Manning è riunita, pronta ad andare oltre al terremoto che ha sconvolto le esistenze dei suoi membri, mentre una Cosima mai così fragile impreziosisce ulteriormente questa straziante elaborazione del lutto.
Con lo smantellamento dei cloni Leda, rimangono da fare gli ultimi aggiustamenti per cauterizzare la famiglia Hendrix. Gli strascichi dell’arresto di Donnie si faranno sentire nei prossimi episodi, in cui torneranno sotto i riflettori le vicende paradossalmente comedy di Alison e consorte. In tema di velate anticipazioni, anche la situazione di Rachel non tarderà a sbloccarsi, tra una lezione di Neolutionismo storico, la voglia di ripartire e rivalersi su Brightborn e Evie Cho – che ha sviluppato uno strano effetto collaterale agli immunosoppressori – e delle strane allucinazioni ancora da indagare. È forse colpa dell’impianto oculare, o l’isola del Dott. Moreau nasconde qualcosa? In Orphan Black i segreti sono in ogni angolo.
L’ultima sorpresa dell’episodio è il ritorno di M.K.: la davamo per scomparsa con il bottino sottratto a Ferdinand, ma pare essere tornata decisa ad aiutare le sestras. A questo punto manca solo il ritorno di Helena per completare il quadro.
A soli tre episodi dalla fine, Orphan Black continua a sorprendere, non solo nella resa dei più intricati intrighi politici e di spietati colpi di scena, ma anche nella non banale abilità di comunicare dolore, rancore e drammatica frustrazione. Con un occhio chiuso verso l’epilogo di Kendall e l’altro aperto verso le scoperte che verranno – è incredibile come questa serie, in questa stagione in particolare, abbia sempre nuove idee da offrire senza scadere nel cliché e senza brutte forzature – confermiamo 5 porcamiseria su 5 al Clone Club, a Tatiana Maslany e a tutto il cucuzzaro.
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