Orphan Black

Manca la stoccata finale per demolire una volta per tutte Neolution, ma Orphan Black ci tiene a riservare gli ultimi colpi di scena verso personaggi importanti per le vicende del Clone Club. Siobhan è al centro di “Guillotines Decide”, con i suoi loschi intermediari pronti a distruggere il nemico, mentre “One Fettered Slave” apre le porte al finale di serie con Helena, l’ultimo clone in grado di fornire materiale genetico utile a John/Westmoreland e al suo folle piano.

Guillotines Decide

I dettagli preoccupanti sono stati disseminati lungo tutto l’arco dell’episodio, e l’epico finale riservato a Mrs. S., per quanto telefonato, non poteva essere comunicato altrimenti. Inoppugnabile la scelta di isolarsi e combattere il nemico alle spalle del Clone Club, conscia del fatto che Sarah avrebbe abbandonato tutti e si sarebbe buttata a testa bassa nell’ ultima battaglia; inoppugnabile anche la scelta di far fare l’ultimo passo verso la distruzione della corporazione a Rachel, colei che più di tutti ha passato un’intera esistenza senza legami affettivi, capace di crearne uno – e disfunzionale – solo con Ferdinand.

Ferdinand è l’informatore segreto, la scheggia impazzita che ha in passato eliminato MK, ma che ritiene sia ora fondamentale spazzare via Neolution e dominarla per fare la bella vita con Rachel. Ciò che non capisce è quanto Rachel non possa più sostenere anche l’ombra della presenza di coloro che le hanno causato tanta sofferenza. L’escalation di tradimenti e colpi di scena hanno l’epilogo toccante che conosciamo, in negativo e in positivo – Delphine e Cosima danno il colpo di grazia al nemico e non possiamo non commuoverci – ma le motivazioni sottostanti alla scelta dell’ex erede di Westmoreland sono ancora più nobili, una volta appurato che le persegue per ritrovare la libertà.

A stemperare gli animi arriva la mostra di Felix, una serie di ritratti dedicati alle sestras che di per sé non sfonderebbe, ma alla quale viene aggiunto il contributo live di un paio dei cloni a far salire l’appetito al curatore artistico. È una sequenza dedicata alle individualità di Orphan Black e all’importanza di potersi definire famiglia anche senza legami biologici – il quartetto Felix, Adele, Sarah e Mrs. S. è l’emblema di questo messaggio – ma anche per comunicare la forza del genere femminile più esplicitamente di quanto queste cinque stagioni non avessero già implicitamente fatto.

Helena torna ad essere il punto nevralgico di Orphan Black in attesa della chiusura della serie, alle prese con Gracie e il sospetto di venire stanata da Virginia Coady. Fortunatamente, Gracie capisce da che parte è la ragione, ma non sa mentire a Mark, che condurrà la detective Enger a catturarla. La detective cattiva senza scrupoli è obiettivamente l’unico neo dell’episodio: non sappiamo perché lavora con Virginia, non ha un background, in quanto introdotta solo in questa stagione, e ha solo il tono tipico di chi sta dalla parte del nemico perché sì. È un neo che Orphan Black si porterà dietro fino alla conclusione, o finché il personaggio non farà una meritata brutta fine.

One Fettered Slave

Orphan Black ci presenta subito la battaglia finale contro Westmoreland e Virginia Coady, preannunciando un finale di serie pronto a tenerci col fiato sospeso. La cattura di Helena manda in allarme il Clone Club appena ripresosi dall’addio struggente a Mrs. S., e l’unico piano disponibile è infiltrarsi più o meno silenziosamente nel luogo dove la sestra è tenuta in ostaggio, con ogni forza disponibile.

Helena sa il fatto suo in termini di autodifesa, temprata da anni di maltrattamenti che già conoscevamo, ma di cui è interessante osservare i flashback: i capelli biondi e le macchie attorno agli occhi sono frutto delle lavate di testa con la candeggina, la realtà distorta in cui è vissuta è frutto del condizionamento di chi le è stato vicino prima della libertà, prima di conoscere Sarah, ma l’estrema vita condotta l’ha anche portata a provare estremo affetto per le sue benefattrici.

È il terzo degli episodi dedicati alle sorelle di Sarah in questa stagione, ma in un certo senso non è potente come quelli dedicati ad Alison e Rachel, soprattutto perché il background di Helena è di fatto il più conosciuto, e i metodi del personaggio non hanno mai superato i propri stessi confini. Forse più gravemente per l’episodio, tuttavia, quasi tutto il resto soffre di mancanza di pathos e ritmo, procedendo sbrigativamente alle battute finali della serie.

L’onta è da attribuire alla sbrigativa morte di Mark, breve e senza troppa introspezione, ma soprattutto alla pazzia di Westmoreland, che toglie la parrucca assieme a ogni parvenza di umanità, rivelando il cliché del dottore pazzo in tutta la sua banalità; è un’ovvietà perdonabile, laddove la sua discesa psicologica fosse stata mostrata, anche solo accennata, ma così non è stato, e John/Westmoreland passa dall’atteggiamento aristocratico ad un erratico sbraitare senza nemmeno passare dal via. Persino il coinvolgimento di Art è una spirale di eventi più o meno casuali abbozzati in fretta e furia giusto per dargli una collocazione nella battaglia finale.

Orphan Black chiude l’episodio con il cliffhanger della nascita dei gemelli di Helena, e una battaglia contro il canonico boss finale di Neolution ancora da svolgersi. Sospettiamo che la fine della serie potrebbe lasciarci con i dotti lacrimali prosciugati, e senza uno show che ha lasciato il segno nonostante i vincoli di budget, creato con cuore e una scrittura convenzionale, ma sapiente. La nostra è una lotta tra due coscienze, come sempre presenti quando davanti ad una serie tv così coinvolgente, tra la volontà di una degna conclusione e il desiderio che la storia del Clone Club non finisca mai.