Sense81×09 Death Doesn’t Let You Say Goodbye – 1×10 What Is Human?

La bellezza struggente e mozzafiato del paesaggio islandese apre quello che può essere definito il terzo atto di questo film lungo dodici ore, e più stai a contemplarne la magnificenza, più capisci che le tue aspettative sono ormai necessariamente altissime. Ora che abbiamo imparato a conoscere gli otto sensate, è tempo di saperne di più […]

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La bellezza struggente e mozzafiato del paesaggio islandese apre quello che può essere definito il terzo atto di questo film lungo dodici ore, e più stai a contemplarne la magnificenza, più capisci che le tue aspettative sono ormai necessariamente altissime. Ora che abbiamo imparato a conoscere gli otto sensate, è tempo di saperne di più sulla trama orizzontale, su ciò che regola le condivisioni e su come (ma soprattutto se) i loro singoli percorsi troveranno un epilogo.

What Is Human?

Giunti ormai quasi alla fine del viaggio, alcune domande sui sensate trovano risposta e ci viene spiegato cosa sono e cosa si cela dietro al potere delle risonanze limbiche.

What is human? An ability to reason? To imagine? To love or grieve? If so, we are more human than any human ever will be.

Ancora una volta, le spiegazioni ci vengono fornite mediante le parole di Jonas: i sensate sono, molto banalmente, una seconda specie umana, forse arrivata sulla Terra prima di tutto il resto, che differisce dalla specie umana classica per una manciata di cromosomi appena. Ad arricchire ulteriormente il quadro si aggiungono le parole di Yrsa, misteriosa donna che negli anni ha protetto Riley (anche se a modo suo) dal pericolo rappresentato dalla BPO. Yrsa ci spiega che i sensate comunicano tra loro attraverso una sorta di sistema nervoso centrale parallelo, chiamato psycellum, che si potrebbe pensare come una sorta di cloud computing umano.

Non è dato sapere come vengono “scelti” gli otto membri di un cluster ma per certo apprendiamo che, pur sparsi nei più disparati luoghi del globo terracqueo, essi emanano tutti il primo respiro all’unisono. Nel caso dei nostri protagonisti, tutti sono nati l’8 Agosto (data di certo non casuale). Ancora una volta, a rimarcare la potenza del cluster, Sense8 ci regala una scena dall’impatto emotivo fortissimo che andrà a chiudere il decimo episodio: tutti e 8 (in condivisione) si ritroveranno al concerto del padre di Riley e, sulle note di Beethoven, rivivranno il momento della loro nascita, il loro primo vagito, la commozione delle loro madri. Un’altra scena magistrale che verrà ricordata, sono certo, per un bel po’.

Come già fu per What’s Up, Riley e la musica sembrerebbero essere, in qualche modo, la chiave di congiunzione di tutti e gli otto sensate, come se entrassero in risonanza in determinate circostanze, un’eufonia di sensate insomma. Al termine della scena del concerto, Riley rivive il drammatico incidente in cui perse il marito Magnus e la figlioletta Luna e la nascita della stessa. Il dolore vissuto è così amplificato, così grande, che Riley perde i sensi, grondante di sangue. È facile dunque pensare che il finale girerà tutto attorno a lei.

Love is Like Art

Anche in questi due episodi trovano ovviamente spazio le vicende degli otto protagonisti e le condivisioni di cui sono ormai molto più padroni, quasi riescano a sfociare anche in dimensioni temporali differenti, quasi riescano a rivivere i ricordi degli altri.

Lo vediamo molto bene nella condivisione tra Capheus e Riley, nel parallelismo tra la tragica perdita di Riley, che l’ha profondamente cambiata nell’animo, e l’infanzia di Capheus segnata dal difficilissimo abbandono della sorellina appena nata, che non poteva certo essere cresciuta in simili condizioni di povertà.

La parte del leone la fa però senz’altro Lito, disperato per l’abbandono di Hernando. Al cospetto delle opere di Diego Rivera, teatro del suo primo incontro con Hernando, Lito si abbandona ai ricordi del suo parlare appassionato di arte e di amore, di come ne fu ammaliato, della sacralità del loro primo bacio scambiato nei bagni, di un blowjob fatto come stesse prendendo una Comunione. Sense8 sceglie volutamente la strada della provocazione, stavolta più nei dialoghi che nelle immagini, facendone, per l’ennesima volta, la sua cifra stilistica.

Il percorso di Lito, è evidente, è un percorso verso l’accettazione di se stesso ed appare dunque naturale la condivisione con Nomi, che racconta dei suoi ricordi di infanzia, del suo sentirsi totalmente inadeguata nello spogliarsi e far la doccia con i compagnetti, delle tremende torture psicologiche e ahimè fisiche a cui venne sottoposta. Le immagini e la bravura di Jamie Clayton rendono questo ricordo di Nomi una delle scene più commoventi di Sense8, nonché una di quelle su cui riflettere maggiormente al di là di ogni finzione televisiva.

Fighting is Easy, Fighting is What I Do

Se Nomi pone Lito di fronte alla realizzazione della sua codardia e all’importanza del suo amore per Hernando, la maturazione giungerà grazie alle vicende (e l’aiuto) di Wolfgang, impegnato a chiudere i conti con la sua amorevole famiglia che sono quasi costati la vita di Felix. Se Lito dà una piccola mano a Wolfie per chiudere definitivamente i conti col cugino, saranno il coraggio e lo sprezzo del pericolo del biondo tedesco a dargli la giusta a spinta nel voler cambiare le cose, nel liberare Dani dalle grinfie di Joaquin e nel liberarsi del peso di dover nascondere a tutti i costi la sua omosessualità.

Mentre Riley è al centro della componente più prettamente sci-fi di questi due episodi, Lito è il fulcro di tutto il resto: la componente più empatica e commovente nel confronto con Nomi, quella più badass e action nelle scene con Wolfgang (e il suo bazooka, e non è un doppio senso) e infine la componente comica, culminata nel lancio dei fiori a Joaquin nel goffo tentativo di metterlo ko.

Arriviamo dunque alla resa dei conti con un doppio episodio dalle innumerevoli emozioni, pregno di eventi e risposte ad alcuni degli interrogativi che ci si poneva sui sensate. Non possiamo poi non citare le performance di Jamie Clayton e di Tuppence Middleton, o la bellezza disarmante della fotografia. E ancora, la prepotenza emotiva della scena del concerto, la commozione provata nel confronto tra Nomi e Lito, la cura con cui sono costruiti i dialoghi, sempre incentrati sull’idea della comunione o del dualismo (Lying Is Easy di Lito vs. Fighting Is Easy di Wolfie su tutti).

Siamo dunque molto lontani dal passo falso rappresentato dallo scorso episodio, per cui i cinque porcamiseria ci stanno veramente tutti.

5

 

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Su Twitter c’è chi si sofferma sull’amore diciamo…

…e chi si commuove per il dialogo tra Lito e Nomi.

https://twitter.com/marti_pro11/status/614132577620901888

C’è infine l’ennesimo omaggio a Wolfie…

…e anche qualcuno che, come noi, fa notare l’importanza e la centralità della musica e di Riley.

Freakin’ Music

Sono quattro i brani che potete ascoltare in questo doppio episodio di Sense8. Li abbiamo raccolti per voi!

 

Porcamiseria

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