Dopo una brillante terza stagione, Supergirl torna con una premiere che alza la posta in gioco con una trama orizzontale di sorprendente attualità abbandonando apparentemente i soliti circoli viziosi in cui le serie dell’Arrowverse sono solite sguazzare.
Gli appassionati di comics sanno bene che spesso e volentieri, nel corso della storia, gli albi dei supereroi – Marvel e DC – sono stati usati per veicolare messaggi antinazisti, anche in maniera piuttosto esplicita. Nell’Anno Domini 2018, Supergirl prova a fare altrettanto cambiando il target e adeguandolo – nei temi ma anche nel linguaggio – al clima politico/sociale dei nostri giorni, intriso di populismo e messaggi inneggianti l’odio razziale, che alimentano un crescendo di episodi di odio che giorno per giorno campeggiano sulle pagine dei giornali.
Nell’universo di Kara Danvers, l’odio per i migranti e per il diverso in generale viene sostituito dall’odio verso gli alieni, abilmente fomentato dai fratelli Graves e da un ancora sconosciuto villain, ma le modalità sono quelle che noi tutti conosciamo. Se l’inguaribile ottimismo di Supergirl la porta inizialmente a sottovalutare la portata di tali fenomeni, gli eventi di questa premiere – che porteranno alla pubblica gogna il Presidente degli Stati Uniti, anche lei aliena – le faranno aprire gli occhi sulla situazione e sussultare, come poche altre volte:
Kara: Help me take out this movement because it is bigger than anything I have ever fought. The people involved in it are the people I save every day. The villain I know how to stop, but these people…
Se dunque la trama orizzontale appare molto promettente perché legata alla più stringente attualità, anche lo sviluppo dei personaggi sembra essere ben definito.
Dopo tre stagioni incentrate sullo sviluppo della protagonista, sui propri sentimenti, sull’accettazione e la convivenza delle sue due anime – quella kryptoniana insita nel proprio DNA e quella terrestre d’adozione – Kara Danvers è ormai una donna risolta, affermata nel proprio lavoro di reporter e nella sua veste di supereroina. Interessante il parallelo del suo rapporto con la new entry Nia Nall, che ricalca quello di Kara con Cat Grant nella prima stagione, ma a ruoli invertiti stavolta. Anche il suo ruolo da eroe è cresciuto, non più solo difensore della piccola National City, ma adesso anche dell’intera Terra, complice anche l’assenza di Superman, apparentemente in quel di Argo City per ignote ragioni, che siamo sicuri si legheranno agli eventi del crossover che lo vedrà tra i protagonisti, come recentemente annunciato.
In una premiere densa di eventi c’è anche spazio per Lena – sempre su quel filo invisibile tra la sua parte buona e quella apparentemente insita nel DNA dei Luthor – e per Alex, impegnata come Direttore del DEO a trovare il giusto modo per interagire con Brainy. Interessante anche la posizione di J’onn che, lasciate le redini del DEO, decide di stare in prima linea contro i movimenti xenofobi che attraversano l’America.
Buona la prima dunque, specialmente se confrontata con le colleghe di palinsesto che continuano ad offrire la stessa solfa con risultati veramente discutibili. Un confronto, questo, che diventerebbe ancora più impietoso qualora anche solo accennassimo agli unicorni killer di Legends of Tomorrow.
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Storia - 7/107/10
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Tecnica - 6.5/106.5/10
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Emozione - 7.5/107.5/10
Summary
Il buongiorno si vede dal mattino si dice. Supergirl mette da parte patemi sentimentali e le storyline strettamente legate alla tradizione fumettistica dei figli di Krypton per imbastire una trama orizzontale di stringente attualità. Un po’ come avvenne per la carta stampata ai tempi del nazismo, la CW prova – con tutte le distanze del caso e ricordandoci che si tratta pur sempre di showbiz – a veicolare allo stesso modo messaggi di pace ed inclusione. Un tema incisivo accompagnato da un buono sviluppo della protagonista. Assolutamente promossa.
Porcamiseria
Il buongiorno si vede dal mattino si dice. Supergirl mette da parte patemi sentimentali e le storyline strettamente legate alla tradizione fumettistica dei figli di Krypton per imbastire una trama orizzontale di stringente attualità. Un po' come avvenne per la carta stampata ai tempi del nazismo, la CW prova - con tutte le distanze del caso e ricordandoci che si tratta pur sempre di showbiz - a veicolare allo stesso modo messaggi di pace ed inclusione. Un tema incisivo accompagnato da un buono sviluppo della protagonista. Assolutamente promossa.
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