The BoysThe Boys Season 1: Molti supereroi per nulla

Season Recap L'adattamento del fumetto di Garth Ennis ha il sapore di un'occasione mancata. The Boys non sa cosa voglia essere - di certo non una serie sui supereroi.

6.3

Abbiamo chiuso la recensione del pilot di The Boys con due speranze. La prima era che gli autori tenessero fede al fumetto e la seconda era che non deludessero le premesse. Quei primi 50 minuti erano in realtà un po’ sconclusionati, ma facevano presupporre che la storia si sarebbe ben presto adagiata sui dei binari ben definiti. Dopotutto lo showrunner Eric Kripke, nonché creatore di Supernatural, non è proprio un esordiente e poteva contare su un materiale di partenza, ricco di spunti, dark humor, personaggi interessanti e colpi di scena. Non potevamo immaginare invece che la prima stagione di The Boys fosse una noia mortale.

Dopo quel primo episodio, infatti, la serie si affloscia su se stessa, afflitta da numerose storie secondarie poco creative e ridondanti, per riprendersi negli ultimi due episodi di stagione che finiscono con un cliffhanger che solo nella mente degli autori può considerarsi tale. Il problema principale di tutta la stagione è che non si sa cosa voglia raccontare.

Non serviva scomodare Garth Ennis per fare ironia sullo star system di Hollywood.

Prendiamo il concept, per esempio. In The Boys – la serie tv – i supereroi sono descritti come celebrità: primedonne eccentriche e capricciose, incuranti del male collaterale che le loro azioni causano. Interessante, anche divertente. Per la prima ora. Ma non può essere l’unico taglio con cui raccontare delle bombe nucleari ambulanti. Non serviva infatti scomodare Garth Ennis per fare ironia sullo star system di Hollywood. Ad eccezione di Homelander, interpretato in maniera eccellente da Antony Starr, nessuno dei supereroi è cattivo. Sono semplicemente naïf. E quando, dopo qualche puntata, questo aspetto diventa lampante, viene naturale chiedersi che senso abbia la storia. Non viene mai affrontato, per esempio, come un enorme potere possa corrompere l’animo umano.

La narrazione manca di ritmo e tensione, rallentata da numerose scene espositive, e solo nel finale questo trend è invertito. C’è inoltre una strana reticenza da parte degli autori nel divertirsi col genere e decostruirlo. Raramente i supereroi vengono mostrati nella loro quotidianità e, quando succede, queste scene sono insignificanti. Ancora più raro è vederli usare i loro superpoteri – cosa emblematica per una serie sui supereroi. Anche il dark humor cinico e irriverente del primo episodio è poco presente nella parte centrale della stagione, nonostante alcune scene divertenti – come quando Butcher prende un super-infante e lo usa come arma o quando The Deep tenta di liberare un delfino da uno zoo acquatico.

The Boys fallisce miseramente anche nel creare un legame tra i suoi protagonisti e gli spettatori, colpa di una scrittura apatica e mediocre che appiattisce tutti i personaggi. Alla fine della stagione continuiamo a non avere la minima idea di quale siano le motivazioni di tre su cinque dei componenti dei Boys – Frenchie, Mother’s Milk e The Female. È involontariamente comica la ripetitiva banalità con cui viene raccontato il lutto di Hughie, mostrando la fidanzata morta ogni qual volta ha un appuntamento con Starlight. Di recente abbiamo recensito After Life, una serie che ruota interamente intorno all’elaborazione del lutto, riuscendo a divertire e commuovere allo stesso tempo. In The Boys ci sono ben tre personaggi che subiscono un lutto e a nessuno dei tre viene resa giustizia da parte degli autori. È un’altra occasione mancata della serie.

Del fumetto sono rimasti solo la premessa narrativa e i suoi personaggi. Non è un problema se si parte da uno spunto forte e si riesce ad attualizzarlo e migliorarlo. Non è questo il caso – ad eccezione di qualche brillante intuizione. La prima stagione non ci lascia, quindi, col fiato sospeso sul futuro dei suoi protagonisti, ma con il desiderio – vano! – che la seconda venga affidata a un autore che abbia letto, amato e, soprattutto, capito il fumetto originale.

  • 5.5/10
    Storia - 5.5/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 5.5/10
    Emozione - 5.5/10
6.3/10

Summary

La narrazione manca di ritmo e tensione, con troppe scene espositive. Solo nel finale questo trend è stato invertito, ma “too little, too late“. Fatta eccezione di alcuni momenti brillanti, la prima stagione di The Boys è una noia mortale.

Porcamiseria

6.3

La narrazione manca di ritmo e tensione, con troppe scene espositive. Solo nel finale questo trend è stato invertito, ma "too little, too late". Fatta eccezione di alcuni momenti brillanti, la prima stagione di The Boys è una noia mortale.

Storia 5.5 Tecnica 8 Emozione 5.5
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