The BoysAnteprima The Boys Season 2: i ragazzi sono tornati

Anteprima Abbiamo visto in anteprima i primi tre episodi della seconda stagione di The Boys e ci siamo fatti un'idea di quello che ci aspetta, con molte conferme e poche novità (ma ancora tantissimo sangue!)

6.8

La prima stagione di The Boys, prodotto di punta degli Amazon Studios e adattamento dell’omonima serie a fumetti della Dynamite Entertainment, lo scorso anno aveva diviso i pareri della redazione: da una parte una visione più critica dello show, che accusava una mancanza di coraggio nel rispettare le originali mire del fumetto, dall’altra, invece, una serie di redattori più entusiasti del prodotto e della novità che esso aveva rappresentato.

Agli iniziali otto episodi della prima stagione se ne aggiungeranno altrettanti nella seconda run, in onda su Amazon Prime Video dal 4 settembre prossimo (tre puntate rilasciate immediatamente e poi una a settimana). Abbiamo avuto l’opportunità di visionare in anteprima proprio la première e i due episodi successivi, per farci un’idea di quello che ci aspetta.

La storia riprende poco dopo rispetto al finale dello scorso anno, col gruppo di (letteralmente!) antieroi monco della leadership di Butcher e alle prese col nuovo status di ricercati federali. Non vanno meglio le cose alla Vought, dove Homelander cerca di mantenere il suo ruolo di maschio alfa e capobranco minacciando invano il CEO della compagnia e destreggiandosi al (suo) meglio nel ruolo appena scoperto di padre. Il tutto mentre The Deep continua il proprio tentativo di redenzione facendosi manipolare da una setta e Stormfront, una nuova supereroina, entra tra le fila dei Sette, rimpiazzando Translucent. 

Negli episodi che abbiamo potuto visionare la trama avanza ma a piccoli passi, riuscendo comunque a tenere buono il ritmo, evitando di ricorrere pedissequamente all’azione preferendo piuttosto dinamiche agili tra i personaggi. Non sempre i passaggi sono ben calibrati e ciò finisce per appesantire alcune parti di minutaggio. Rispetto alla prima stagione si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un prodotto leggermente più evoluto, il quale ricalca i fortunati schemi che ne hanno decretato il successo cercando di non depauperarli del tutto ma aggiungendo qualche elemento di novità.

La paternità di Homelander e l’ingresso di Stormfront, in particolare, rientrano in quest’ultima intenzione e soprattutto la ragazza ci mette appena un episodio a lasciar trasparire una caratterizzazione non bidimensionale e degna di attenzione, garantendole un posto di riguardo negli episodi a venire. Non accade lo stesso per The Deep, che appare invece ancora confinato nei medesimi schemi della passata stagione, con un ruolo che, al netto dei tre episodi visti, ha ben poco da dire.

L’eredità del passato pesa su tutti i personaggi, con una scrittura che indugia troppo sulla ripetizione sacrificando l’innovazione

In realtà l’eredità del passato pesa su tutti i personaggi, con una scrittura che, nel tentativo di raccordare prima e seconda stagione, indugia troppo sulla ripetizione sacrificando l’innovazione: Butcher è un fantastico protagonista – e Karl Urban è meravigliosamente nel ruolo – ma difficilmente è possibile distinguere a che punto della storia siamo basandosi sul suo personaggio. Hughie in questo è più sfumato, ma relativamente, dato che gli autori gli imbastiscono una coreografia per cui fa due passi avanti e tre indietro. Il resto dei Boys è più sacrificato: pochissimo spazio è dato a Mother’s Milk Frenchie, concentrandosi più su Kimiko (protagonista della triade iniziale di questa stagione).

A risaltare è quindi una gestione della coralità non proprio eccellente, con un ingombrante Homelander a fagocitare minutaggio anche quando preferiremmo essere altrove. Quanto ai temi, la direzione rimane quella imboccata precedentemente: l’universo superomistico, sia esso Marvel DC, subisce una feroce critica che è al contempo mirata alle produzioni che sostengono quel modello. Non c’è misura in questa critica, tanto che dal didascalico passa al quasi urlato nella scena in cui si parla del film sulla nascita dei Sette, Dawn of the Seven, il cui logo scimmiotta quello di Batman V Superman: Dawn of Justice.

Un eccesso che fa il paio con quello relativo al gore, elemento distintivo della serie tanto sulla carta quanto sullo schermo. In questa seconda stagione l’asticella sempre essersi ulteriormente alzata, con un raddoppio delle scene crude e sanguinolente o parecchio disturbanti (ad esempio Deep con le sue branchie). È vero, rientrano nel biglietto e tanto ci si aspetta da The Boys, anche se in alcuni casi la gratuità della cosa fa quantomeno storcere il naso.

Da che parte pende la bilancia, allora? Per quello che ci è dato vedere, la seconda stagione di The Boys parrebbe essere intenzionata a confermare e rafforzare il proprio successo presso il pubblico che era entusiasta della prima tornata, mentre difficilmente potrà presentare qualcosa di nuovo a chi vi si approccia titubante e non piacerà a chi si aspettava un cambio di rotta per dargli un’altra possibilità. In ogni caso Amazon va dritta per la sua strada, avendo già ordinato fiduciosa una terza stagione.

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 6.5/10
    Emozione - 6.5/10
6.8/10

Summary

The Boys torna con poche novità e molte conferme, preferendo appoggiarsi sugli schemi passati e lasciando spiragli di innovazione ai contati elementi che scombussolano le carte. Solo al netto del finale sarà chiaro se si tratta di un tentativo fortunato di cementare la coerenza interna o un misero segnale di mancanza di idee.

Porcamiseria

6.8

The Boys torna con poche novità e molte conferme, preferendo appoggiarsi sugli schemi passati e lasciando spiragli di innovazione ai contati elementi che scombussolano le carte. Solo al netto del finale sarà chiaro se si tratta di un tentativo fortunato di cementare la coerenza interna o un misero segnale di mancanza di idee.

Storia 7 Tecnica 7 Emozione 6.5
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