The ExpanseThe Expanse Season 3: benvenuti nell’Universo degli Orrori!

Season Recap La terza stagione di The Expanse conferma la sua singolare struttura e da metà cambia talmente tanto la trama e il tono della serie che non siamo più sicuri che sia ancora una storia di fantascienza.

8.3

Avevamo lasciato The Expanse con una seconda stagione che nel finale ci aveva un po’ delusi. Da divoratori di serie quali siamo, fin dalla prima stagione eravamo affascinati e, allo stesso tempo, spaventati da una trama che poteva diventare – e per un po’ lo è stata – Game of Thrones nello Spazio. Affascinati, perché piacevolmente incuriositi da una serie ambientata in un’arena hard sy-fy dove varie fazioni – tutte molto ben scritte e strutturate – si contendono un misterioso artefatto alieno. Spaventati, perché pensavamo che la storia si stesse fermando su una comoda serie di ripetizioni e meccanismi sterili pur di tenere alta l’attenzione e ribaltare le carte in tavola ad ogni costo. Non avevamo capito niente.

La terza stagione di The Expanse inizia con i primi fuochi di una guerra intergalattica, tra la Terra e Marte, impossibili da spegnere. James Holden e l’equipaggio della Rocinante si trovano di fronte a un dilemma: cercare porto sicuro nella stazione di Tycho o rischiare il tutto per tutto salpando per il pianeta Io nel disperato tentativo di salvare la figlia di Prax, un esperto di botanica reclutato con l’inganno da Holden per fare da guida nella stazione spaziale di Ganymede. Nel frattempo la protomolecola su Venere sta agendo in modo inquietante e misterioso, ma sono tutti troppo distratti per accorgersene…
La trama è sempre più complessa col passare degli episodi, per cui ci rifiutiamo – e siamo sinceramente incapaci – di farvi una sinossi migliore di questa, allo stesso tempo stringata ed esaustiva.

Esattamente come la precedente, anche questa stagione ha uno spartiacque a metà dove la storia principale cambia totalmente. Il risultato è, come capirete, straniante. Si ha, infatti, una parte centrale che somiglia più a un finale di stagione dove l’emozione è molto alta, seguita subito da un incipit che in pratica costruisce il climax dei primi episodi della stagione successiva. Se nella prima metà degli episodi c’è una forte suspense e un ritmo serrato, la seconda ha un tono più disteso ed espositivo. Oramai ci stiamo abituando a questa singolare struttura, una vera e propria cifra stilistica della serie.

I personaggi sono di nuovo al centro del racconto e, grazie a uno sviluppo interessante, uno dei protagonisti – da sempre il più anonimo – è diventato inaspettatamente il nostro preferito. Amos Burton è una persona nella quale l’empatia verso gli altri è totalmente assente. Un difetto che potrebbe portarlo a diventare un sociopatico o addirittura uno psicopatico, ma che finora è stato tenuto sotto controllo dal complesso rapporto con Naomi Nagata – una relazione molto simile a quella che esiste tra una madre e un figlio. Per questa sua caratteristica è temuto anche dai suoi stessi compagni di avventura. Quando Holden e Naomi si mettono insieme, lo fanno di nascosto proprio perché non sanno come potrebbe reagire.

Amos Burton: I am that guy

Uccidere per lui non è un problema in quanto non prova nessuna emozione a riguardo né rimorso. Il suo rapporto con Prax è centrale nella prima metà di questa stagione, dove Amos è conquistato – a modo suo – dal desiderio dell’amico di ritrovare la figlia. Amos, a differenza di Prax, è una persona incapace di provare affetto, ma a un certo punto lo aiuterà nell’unico modo di cui è capace. E ci regalerà il miglior payoff di tutta la serie.

Se i primi sei episodi concludono la trama della seconda stagione, i restanti proiettano i protagonisti verso l’ignoto e, così come loro, anche noi ci ritroviamo persi ad osservare una serie di eventi inaspettati e imprevisti. Il tono della serie cambia radicalmente incorporando ambientazioni e tematiche lovecraftiane. Gli showrunners, Mark Fergus e Hawk Ostby, sono riusciti a tirar fuori noi spettatori dalla nostra comfort zone e questo è il motivo per cui The Expanse sta diventando una serie assolutamente da non perdere. Non abbiamo nessuna idea di dove ci porterà la quarta stagione, ma contiamo i giorni che ci separano dall’uscita.

  • 8.5/10
    Storia - 8.5/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
8.3/10

Summary

The Expanse conferma la sua singolare struttura delle stagioni con uno spartiacque a metà che non cambia la storia principale, ma anche il tono generale della serie. Nonostante la trama complessa, questa stagione riporta il focus sui personaggi, regalando ad Amos un bel payoff. Una serie da non perdere.

Porcamiseria

8.3

The Expanse conferma la sua singolare struttura delle stagioni con uno spartiacque a metà che non cambia la storia principale, ma anche il tono generale della serie. Nonostante la trama complessa, questa stagione riporta il focus sui personaggi, regalando ad Amos un bel payoff. Una serie da non perdere.

Storia 8.5 Tecnica 8 Emozione 8.5
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