11 settembre 2001. Non un giorno come gli altri. Roger Ailes si dirige verso la sede di Fox News nata da pochi anni e arrivato lì prende il via il turbinio di emozioni e parole che quel giorno portò con sé.

È ambientato durante e dopo il tragico attentato alle Torri Gemelle il secondo episodio di The Loudest Voice, miniserie Showtime che racconta la vita a Fox News del controverso Ailes. Questi 50 minuti ci dimostrano ancora una volta il tono e i punti di riferimento che questa serie vuole avere. Come già detto nella recensione precedente obiettivo è portare sullo schermo l’Ailes umano, ma anche quello cinico e calcolatore: e questo episodio ce lo fa capire egregiamente. Con l’unico proposito di aumentare gli ascolti, Ailes chiede che vengano mandate in onda le riprese video delle persone che, disperate, si gettano dalle Torri in fiamme: mentre fuori dall’ufficio è in corso la tragedia più grande della storia degli Stati Uniti, il nostro protagonista pensa solo al suo orticello.

È stato comunque interessante vedere da un’altra prospettiva un evento come quello dell’11 settembre, anche se porta con se dei contro. Tragedie come queste, quando inserite in un prodotto seriale o cinematografico, tendono a sovrastare la storia stessa per la loro potenza emotiva. Il rischio dunque è quello di ricadere in un episodio in cui il centro di tutto diventa l’evento e non la storia. Parzialmente questi 50 minuti di The Loudest Voice riescono a non cadere in quel tranello. Infatti sono solamente i primi 15 minuti circa di episodio ad essere ambientati il giorno dell’11 settembre, poi il resto della storia si svolge nei giorni e nei mesi successivi.

Ovviamente la prima parte risulta più un racconto dell’attentato visto dalla prospettiva della redazione di un notiziario ma, come detto prima, è complicato fare il contrario. Fortunatamente la sceneggiatura riesce a dosare bene tutti gli elementi evitando che il suddetto evento diventi un macigno enorme che copre il tutto.

La seconda parte dell’episodio ci mostra invece, e per fortuna, l’Ailes più calcolatore e cinico, quello che è pronto a far diventare Fox News la voce del partito repubblicano solo per avere più ascolti. Eccolo dunque che lo vediamo fare accordi telefonici col vice-presidente Dick Cheney, proponendo il canale all-news come sostenitore della guerra contro il terrorismo.

Complessivamente però l’episodio non lascia di certo il segno. È stato interessante e coinvolgente vedere la tragedia del World Trade Center da una nuova prospettiva, ma la restante parte dell’episodio di certo non prende così tanto.

Sempre ottimo Russell Crowe, anche se qui un po’ più sottotono, sovrastato anche lui dagli eventi e dalle emozioni dell’11 settembre.
Quasi invisibili qui i suoi comprimari, resi in questo episodio solamente un puro contorno. Probabilmente la scelta di ambientare la storia durante una tragedia come quella delle Torri Gemelle è stata una scelta che non ha portato ottimi risultati, ma fortunatamente non è stato un completo disastro o qualcosa di simile.

In generale comunque l’episodio non è da gettare via, ma l’obiettivo è quello di mostrare l’Ailes più cattivo, quello più maschilista. Speriamo arrivi al più presto questo momento anche per vedere come Crowe e gli sceneggiatori hanno deciso di portare sullo schermo quei momenti.

8/10

Storia - 8/10
8/10

Tecnica - 8/10
7/10

Emozione - 7/10

7.7/10

Summary

Questo episodio di certo non lascia il segno. È stato interessante vedere l’attentato dell’11 settembre da una prospettiva diversa, ma speriamo al più presto di conoscere l’Ailes più cinico e meschino.

Porcamiseria

7.7

Questo episodio di certo non lascia il segno. È stato interessante vedere l'attentato dell'11 settembre da una prospettiva diversa, ma speriamo al più presto di conoscere l'Ailes più cinico e meschino.

Storia 8 Tecnica 8 Emozione 7

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