The Walking Dead9×13 Chokepoint – 9×14 Scars

Per la legge dei grandi numeri (e delle numerose stagioni), The Walking Dead riesce a tirar fuori dal cilindro due episodi dignitosi che tratteggiano meglio trame e personaggi.

7.2

A pochi episodi dal finale di stagione The Walking Dead comincia a chiarire i dettagli che ancora pendono in sospeso, a cominciare dalle misteriose cicatrici di Daryl e Michonne: un marchio indelebile a perenne ricordo del prezzo della fiducia in un mondo che è ancora diviso tra cambiamento e rassegnazione.

Attenzione, spoiler sparsi qua e là oltre questo punto!

Il primo dei due episodi analizzati, Chokepoint, è il più debole dei due, e ci mostra in parallelo due storyline: da una parte continuiamo a seguire la fuga di Daryl, Connie, Henry e Lydia dai Whisperdall’altra facciamo la conoscenza degli Highwaymen, pericolosi banditi che minacciano il Regno e l’imminente Fiera. La doppia narrazione rappresenta un ottimo espediente per mettere a confronto due modi di agire nettamente opposti, quello di Daryl e quello di Carol, che ha ormai abbracciato quello che era il sogno di Carl e fatta sua l’eredità morale di Rick, che in lei aveva scorto un degno successore.

Certamente si tratta di minacce differenti e i Briganti non sono di certo i Bisbigliatori, ma resta comunque di particolare rilievo l’atteggiamento della Regina rispetto sia a Daryl che a Ezekiel stesso, pronto a cedere alla violenza pur di salvaguardare il Regno e la Fiera. Sono due modi di agire che nella loro contrapposizione risultano comunque funzionali nel nuovo mondo nato dalle ceneri del post-Negan. Così, all’apparente brutta fine del gruppo di Beta, si accosta l’integrazione dei Briganti nel Regno: in entrambi i casi le minacce non vengono eliminate, ma in un caso trasformata e nell’altro rimandata.

Sullo sfondo di questi due scontri si muovono i personaggi secondari, forse un po’ troppi per destare l’empatia dello spettatore. Non ci riferiamo a Connie, ovviamente, che con facilità conquista il nostro cuore (e forse quello di Daryl), quanto piuttosto a Earl, consorte e bambino, di cui onestamente potremmo fare a meno. Allo stesso modo, pur avendo un peso narrativo decisamente più elevato, la relazione tra Henry e Lydia oltre che scontata affonda le radici in decine di altre scene già viste in questa stessa serie. La stupidità del ragazzo rende difficile l’empatia nei suoi confronti, mentre la ragazza ha ancora troppi lati oscuri per occupare una posizione chiara nelle simpatie degli spettatori. Il cambiamento d’idea da parte di Daryl sul tenere o meno Lydia anticipa il tema dell’episodio successivo, e fornisce un ulteriore collegamento alla scelta di trattare attuata da Carol.

Come detto, Scars, il secondo episodio preso in considerazione, ha una marcia in più rispetto al precedente; sia dal punto di vista tecnico che da quello narrativo la puntata assesta un buon colpo, focalizzandosi bene sui personaggi e limitando l’azione (probabilmente per compensare lo scontro tra Daryl e Beta del precedente episodio). Il buon Nixon affianca Michonne, che è il fulcro della narrazione. Vediamo quindi sdoppiarsi la linea temporale, con un racconto del passato fatto da flashback (introdotti da suoni netti a là Lost) e uno ambientato nel presente, con la diffidenza della leader di Alexandria nei confronti di Lydia.

La garanzia di Daryl serve a placare per poco l’indole diffidente della donna, di cui scopriamo il trauma all’indomani della scomparsa di Rick, quando, pur in gravidanza avanzata, Michonne si spingeva sempre più in là a cercare lo sceriffo, incrociando il suo percorso con Daryl. Sarà l’arrivo di una vecchia amica della donna a sconvolgere completamente l’andazzo delle cose e a portare Alexandria ad adottare una severe politica di chiusura al mondo esterno, anche ai propri alleati/amici di Hilltop, del Regno e di Oceanside (sì, a quanto pare esiste ancora). Nel presente questo isolamento viene mal tollerato da Judith, che, con la semplicità delle parole dei bambini, mette Michonne di fronte all’incoerenza del volersi prendersi cura delle persone care ma al contempo chiudendo ogni rapporto con loro.

Tanto basta alla donna per convincerla a cambiare idea e a spingere Alexandria a partecipare alla Fiera, dove ad attenderli troveranno i Whisper. Le cicatrici del titolo (e di Michone e Daryl), metaforiche e fisiche, sono quelle che indelebilmente lascia la ferita della fiducia tradita da una persona cara, che nel caso di Michonne porta a una carneficina degna di Erode pur di salvare la propria figlia. Nel buon quadro generale della puntata pesa il limitato utilizzo del personaggio di Negan, il quale annaspa per cercare una collocazione narrativa e possibilmente un minutaggio maggiore.

Bella l’idea di dipingere Judith matura a sufficienza da convincere la madre a cambiare idea ma al contempo bisognosa dell’aiuto della donna. Pur mancando di azione e non proprio originalissima nella scrittura, questa puntata di The Walking Dead compie un apprezzabile sforzo di completezza della trama senza annoiare eccessivamente lo spettatore, accollandosi il rischio di un episodio con azione limitata e tutto a carico dei personaggi: Judith e Michonne, in questo caso, tengono in piedi la baracca dignitosamente.

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
7.2/10

Summary

Un primo episodio più debole ma comunque focalizzato sui personaggi apre le danze alla seconda puntata analizzata, nella quale la carenza d’azione viene compensata da un adeguato approfondimento psicologico della protagonista e un’inaspettata buona tenuta della trama (non originalissima, ma vabbè…)

Porcamiseria

7.2

Un primo episodio più debole ma comunque focalizzato sui personaggi apre le danze alla seconda puntata analizzata, nella quale la carenza d'azione viene compensata da un adeguato approfondimento psicologico della protagonista e un'inaspettata buona tenuta della trama (non originalissima, ma vabbè...)

Storia 7 Tecnica 7 Emozione 7.5
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