Lunga è stata l’attesa di questa terza stagione di Westworld, che due anni fa ci aveva lasciati con un season finale in sospeso nel passaggio tra il parco e il mondo reale. E infatti dopo aver risolto “The Maze“, il Labirinto, ed aver attraversato “The Door“, la Porta, gli host fuggiti da Westworld sono entrati nel “New World“, il mondo reale degli esseri umani. Vi abbiamo già parlato dei primi 4 episodi di questa nuovissima stagione in un’anteprima completamente no-spoiler poco più di una settimana fa, ma ora che questa season première è finalmente disponibile a tutti, è il momento di parlarne in maniera più estesa.
Da qui in poi, moltissimi spoiler sulla première di Westworld 3.
Possiamo innanzitutto fermarci un attimo sul titolo di questo primo episodio: la Parce Domine è un’antifona, una frase in latino di una preghiera cantata, un salmo che viene ripetuto a più voci per creare la melodia nei canti liturgici in lingua latina. Non dobbiamo mai dimenticarci che le meravigliose musiche di Ramin Djawadi ci hanno spesso aiutato a svelare i segreti di Westworld, oltre ad accompagnare e a caratterizzare meglio le azioni sullo schermo dei suoi protagonisti.
In questa terza stagione abbiamo l’ingresso di alcuni nuovi personaggi, primo fra tutti (a giudicare da come ce l’hanno sparato nei trailer) Caleb, interpretato da Aaron Paul, conosciuto soprattutto per il suo ruolo di Jesse Pinkman in Breaking Bad. Caleb è un operaio che lavora in un cantiere, che odia il proprio lavoro e che sta cercando di cambiarlo, ma senza molto successo: sarà anche il futuro, ma questa società non sembra molto diversa da quella del presente. Questo mood futuristico ma non così scollegato dalla realtà sembra mantenersi in una scena che molti avranno già visto da qualche parte, cioè il momento in cui Caleb pranza sospeso nel vuoto insieme al suo collega robot: tutti infatti abbiamo visto almeno una volta la famosissima foto degli anni ’30 “Lunch atop a Skyscraper“, a dir poco iconica.
Caleb, in questo lungo episodio da un’ora e mezza, fa cose, tipo andare a trovare la madre, e “giocare” con RICO, un’app che ingaggia gente per commettere reati e guadagnare soldi, tipo far saltare un bancomat. Fin da subito però capiamo che Caleb non ha molto in simpatia i robot e le intelligenze artificiali in generale, e a parte qualche conoscenza incontrata tramite RICO, sembra non avere interazioni umane significative, rimasto solo con un’anziana madre che si rifiuta di riconoscerlo, chiusa dentro una struttura.
L’altra protagonista di questa season première di Westworld è ovviamente Dolores (sempre la bravissima Evan Rachel Wood), che si è già fatta un bel programmino per conquistare il mondo e porre fine alla razza umana. Prima entra in casa di una “vecchia conoscenza” del parco per farsi fare un bonifico, visto che anche in questo futuro puoi essere bionica quanto vuoi ma senza soldi non vai da nessuna parte. Con un’identità fittizia cerca quindi di entrare nelle grazie di Liam Dempsey, un ingegnere della INCITE, che sembra essere un’azienda concorrente della DELOS.
© HBO
Dolores è davvero una macchina mentre mette in atto il suo piano: seduce Liam e si fa portare al cospetto di Rehoboam a Los Angeles, un super computer creato dal padre di Liam che sembra in grado di predire e anticipare il comportamento di tutti gli esseri umani di tutta la terra; nessuno tuttavia sa veramente cosa faccia, tranne appunto il padre di Liam e l’altro creatore di questo enorme server sferico. Sembra però che Rehoboam non consideri le anomalie dovute al comportamento di Dolores, e fa un po’ sorridere il fatto che una macchina venga messa in scacco da un’altra macchina che non risponde all’algoritmo umano.
Dolores architetta anche tutta la trappolona che porta la guardia del corpo di Liam, Conells (Tommy Flanagan), ad essere ucciso e sostituito con un clone-host, dopo una sequenza d’azione ansiogena e magistralmente diretta. Conells prima di morire si lascia scappare un nome, Serac, probabilmente l’altro creatore di Rehoboam. E possiamo forse lasciare al caso l’incontro di Dolores con Caleb dopo la sparatoria che l’ha lasciata gravemente ferita, o anche questo fa parte del piano calcolato da Dolores? Non possiamo saperlo, ma se fate attenzione all’ultima scena, vedrete che il famoso labirinto di Westworld è disegnato sulle pareti, in mezzo agli altri graffiti. Poi ditemi se possiamo permetterci il lusso di farci scappare questi particolari.
Un episodio complesso e che ci proietta in un’ambientazione a noi ancora poco familiare, ma non così avveniristica da apparire inverosimile.
Mentre Dolores gira il suo personalissimo remake di Kill Bill versione robot, ritroviamo Charlotte (Tessa Thompson), CEO della DELOS, che prende la decisione di far ripartire il parco di Westworld, con tutto il board contro tranne per una intelligenza artificiale che sostituisce “lui“, che potrebbe essere William, anche se al momento ancora non sappiamo che fine abbia fatto: probabilmente è ancora vivo, visto che in due stagioni ne ha prese tantissime ma è sopravvissuto. La strategia di Charlotte per risollevare le sorti dell’azienda è quella di dare la colpa dell’incidente a Bernard, per riaprire il parco e ricominciare a produrre altri host.
© HBO
Bernard (Jeffrey Wright) è appunto accusato di ogni nefandezza, perché anche nel futuro il capro espiatorio funziona ancora benissimo. Nascosto sotto la falsa identità di un vaccaro, ogni tanto si autoanalizza perché un po’ paranoico: un po’ però ha ragione, non ci si può fidare nemmeno di sé stessi, soprattutto se sei un’intelligenza artificiale facilmente manipolabile. Bernard ha la possibilità di “spegnere” la propria coscienza in caso di pericolo, come quando due poveri sprovveduti cercano di catturarlo per riscuotere la taglia che pende sulla sua testa. Decide quindi di tornare a Westworld, che ricordiamo essere un’isola artificiale a sud della Cina.
Un episodio complesso e che ci proietta in un’ambientazione a noi ancora poco familiare, ma non così avveniristica da apparire inverosimile. Le tribolazioni degli esseri umani sembrano le stesse dei nostri giorni: il lavoro, la solitudine, la voglia di evadere e di uscire dal loop delle nostre vite, intrappolati nella quotidianità, un po’ come gli host nei loro personaggi. Oltre agli elementi avveniristici che richiamano scenari un po’ alla Blade Runner (e con la narrazione degli host che si clonano che può ricordare Battlestar Galactica), in questa terza stagione Westworld inserisce anche un elemento di lotta di classe interna agli umani, di cui Caleb è la palese rappresentazione. Il repentino cambio di ambientazione ci vede abbandonare la familiare polvere di Sweetwater per i freddi grattacieli di Londra e Los Angeles, passando dai pascoli del ranch di Abernathy alle strade di vetro e cemento. Tutto è diverso, proprio come per Dolores, che cerca di sopravvivere e portare a compimento il suo piano di creazione: forse è questo che ad una prima visione affievola l’hype dell’attesa, ma è innegabile che almeno per il momento le aspettative non vengono deluse, grazie ad una storia che si apre a sviluppi totalmente nuovi.
Appassionati di Westworld? È nato Fuori come Dolores, il nostro podcast interamente dedicato alla terza stagione! Potete ascoltare l’episodio relativo alla première direttamente qui sotto e su tutte le piattaforme podcast!
Ascolta “Fuori come Dolores” su Spreaker.
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Storia - 8.5/108.5/10
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Tecnica - 9.5/109.5/10
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Emozione - 7.5/107.5/10
Summary
Le nuove atmosfere futuristiche smorzano l’hype dell’attesa, ma l’intreccio di questo nuovo capitolo di Westworld e l’inserimento di nuovi personaggi promette sviluppi senza dubbio avvincenti e interessanti.
Porcamiseria
Le nuove atmosfere futuristiche smorzano l'hype dell'attesa, ma l'intreccio di questo nuovo capitolo di Westworld e l'inserimento di nuovi personaggi promette sviluppi senza dubbio avvincenti e interessanti.
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