What We Do In The ShadowsWhat We Do In The Shadows season 1: si ride, e parecchio

Season Recap Il pilot di questa serie ci era piaciuto, ma rimanevano dei dubbi fisiologici sulla tenuta sul lungo periodo: sarebbero riusciti a mantenere la serie divertente senza trasformarla in una parodia di sé stessa, senza scadere nella banalità e senza snaturarla? I primi dieci episodi ci forniscono una prima risposta, ed è positiva.

7.0

Dopo dieci episodi, la prima stagione di What We Do In The Shadows si è conclusa rispondendo ai quesiti che ci eravamo posti in seguito al pilot: il Barone sarebbe stato al centro della serie dando una trama portante a una serie più vicina a una sit-com? Laszlo avrebbe goduto di una migliore caratterizzazione? E soprattutto, sarebbero riusciti a tirare fuori gag sempre diverse per mantenere l’attenzione e il divertimento degli spettatori senza scadere nel banale, o nel già visto?
Fortunatamente, le risposte a queste domande che ci eravamo posti dopo la prima mezz’ora sono tutte positive.

La figura del Barone domina molto meno di quanto non si potesse supporre inizialmente: rimane a lungo in ombra, innescando con la sua sola presenza la narrazione di almeno un paio di episodi ( ci si riferisce al tentativo di Nandor di prendere il controllo del Consiglio di Staten Island nel secondo episodio, e poco dopo alla ricerca di alleati esterni alla città per poter vantare un dominio molto più grande del nulla che possiedono, nel quarto episodio) e dominando direttamente trama e scena solamente in un episodio, il sesto. Nonostante il poco screetime dedicatogli, è una figura comunque che riesce a essere al tempo stesso pericolosissima e perfettamente inserita nel tono divertente della serie: i suoi “scherzi” coniugano alla perfezione queste sue due anime, così come la rivelazione dell’origine del suo nome.
Ma se il Barone non è la figura centrale che si poteva supporre, le vicende dei quattro vampiri coinquilini riescono tranquillamente a sopperire a questa cosa: scopriamo così degli accordi che regolano i rapporti tra vampiri e licantropi, o dei locali per vampiri, o ancora del tribunale vampiresco.

A parte queste chicche, comunque, al centro di tutto rimangono chiaramente i personaggi, che scopriamo godere ognuno di una propria e peculiare abilità nella quale eccelle: Nandor è chiaramente quello fisicamente più forte, Laszlo è portato per l’ipnosi e Nadja è la migliore nel camminare sulle pareti.
Bene o male, tutti hanno i loro momenti per mettersi in mostra e ricevere un po’ di sviluppo psicologico: Nadja ritrova il Gregor del pilot, ma soprattutto decide di aiutare una ragazza un po’ goffa e isolata vampirizzandola e rendendola così una predatrice, almeno nei suoi piani. La cosa comunque, oltre a mostrarci una Nadja altruista, ci aiuta a scoprire qualcosa in più sui vampiri e su come avviene la loro rinascita da umani e immortali.
Nandor invece tendenzialmente si sviluppa in relazione al suo famiglio Guillermo, alternando momenti in cui dimostra un chiaro anche se debole affetto per il suo compagno, a momenti in cui dimostra un’insensibilità epica, incapace di capire cosa Guillermo provi o cosa desideri. Perfino Colin avrà un episodio nel quale brillare, dove lo vedremo nel suo territorio di caccia.
Di nuovo, chi rimane un po’ più in disparte è Laszlo, che continua ad avere un senso giusto in quanto partner di Nadja, su questo personaggio sicuramente dovranno lavorare maggiormente nella seconda stagione visto che il massimo che finora hanno saputo trovargli è stato il peculiare giardinaggio col quale si diletta.

Chi comunque si è rivelato sempre più sorprendente, anche se fin dall’inizio era risultato uno dei personaggi migliori sia per costruzione che per possibilità comiche, è Guillermo, al centro di alcuni tra i momenti più alti della stagione, protagonista di eventi importantissimi e fulcro del colpo di scena di fine stagione che apre scenari interessantissimi per la prossima stagione.
In conclusione dunque What We Do In The Shadows offre una prima stagione che rimane fedele al tono del film e che regala dieci episodi di risate senza mai girare a vuoto, mantenendo pienamente le aspettative e dando l’impressione di potersi tranquillamente ripetere il prossimo anno.

  • 6.8/10
    Storia - 6.8/10
  • 6.5/10
    Tecnica - 6.5/10
  • 7.7/10
    Emozione - 7.7/10
7/10

Summary

Questa prima stagione mantiene le aspettative e conferma quanto di buono il pilot aveva fatto prevedere: una serie leggera e divertente, che spazia abbastanza bene tra i vari personaggi evitando il pericolo di diventare ripetitiva.

Porcamiseria

7

Questa prima stagione mantiene le aspettative e conferma quanto di buono il pilot aveva fatto prevedere: una serie leggera e divertente, che spazia abbastanza bene tra i vari personaggi evitando il pericolo di diventare ripetitiva.

Storia 6.8 Tecnica 6.5 Emozione 7.7
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