SpecialiEmmy Awards 2019: tra sorprese e certezze

Tra certezze e sorprese, i 71esimi Emmy Award hanno confermato la qualità della HBO e di Prime Video che portano a casa 7 statuette a testa sulle 21 assegnate.

E anche quest’anno le statuette alate più importanti della tv sono state assegnate, tra sorprese e certezze. In questo speciale dedicato ai 71esimi Emmy Awards andremo a ripercorrere la serata riguardando tutti i vincitori e cercando di capire chi ha meritato e chi meno.

Sulla scia degli Oscar, anche gli Emmy non hanno avuto un host – ci ha provato Homer Simpson ma senza successo –  rendendo quest’edizione diversa dalle altre: la mancanza non si è comunque sentita. 21 erano le statuette da assegnare alle categorie che riguardano le serie tv: limited series, comedy e drama. Partiamo dalle limited series.

Limited Series

In questa categoria ad ottenere più premi è stata la pluriacclamata serie HBO Chernobyl, che si è portata a casa il premio come miglior serie limitata, miglior regia e miglior sceneggiatura. Qui le sorprese sono state ovviamente poche: Chernobyl partiva come favorita, assieme a When They See Us, vista l’unanimità di consenso tra critica e pubblico.

La serie Netflix When They See Us si è comunque portata a casa il premio al miglior attore protagonista Jharrel Jerome, premio assolutamente meritato: lo scontro era alla pari con Mahershala Ali (True Detective) e Jared Harris (Chernobyl), ma alla fine il giovane 23enne newyorkese è riuscito a vincere l’ambita statuetta. Miglior attrice è invece stata premiata Michelle Williams per Fosse/Verdon: non del tutto inaspettato, anche se i pronostici alla vigilia puntavano più su Patricia Arquette (Escape at Dannemora) che comunque ha ottenuto la statuetta come miglior attrice non protagonista per The Act.

L’Emmy come miglior attore non protagonista è invece andato a Ben Whishaw per A Very English Scandal, lui il favorito nella sua categoria forte anche della vittoria ai Golden Globe d’inizio anno.
Il gruppo delle limited series non ha dunque riservato grosse sorprese, rientrando perciò in quelle certezze citate all’inizio.

Comedy Series

Se tra le limited series vi è stato un certo equilibro, nel gruppo delle comedy è Amazon Prime Video a fare incetta di premi: il servizio streaming di casa Bezos si porta infatti a casa ben 6 statuette su 7, con l’ultima che è andata alla HBO. Bill Hader è riuscito infatti a vincere, per la seconda volta consecutiva, l’Emmy come miglior attore protagonista in Barry.

Poi però Amazon è riuscita a fare bottino pieno grazie alle sue due serie comedy The Marvelous Mrs. Maisel Fleabag. Partiamo da Maisel: la serie, già vincitrice lo scorso anno dell’Emmy come miglior serie comedy, questa volta si è portata a casa entrambi i premi per attore e attrice non protagonista, restando dunque un po’ a bocca asciutta. Bisogna dire che i pronostici non erano neanche troppo favorevoli – come attore non protagonista si puntava di più su Henry Winkler per Barry – ma alla fine Maisel è riuscita ad accaparrarsi questi due premi.

Il colpo grosso lo ha fatto invece Fleabag che si è dimostrata con la sua seconda stagione un ottimo prodotto ben scritto e ottimamente confezionato: Phoebe Waller-Bridge vince il premio per la miglior sceneggiatura oltre a quello di migliore attrice – qui i pronostici davano per vittoriosa Julia Louis-Dreyfus. La serie ha anche ottenuto il premio alla miglior regia e, ovviamente, quello più importante: miglior serie comedy.

Drama Series

E infine il genere drama. HBO colleziona tre statuette, 2 Netflix, una BBC America e una FX. La categoria drama è stata la terra delle sorprese con molte vittorie che alla vigilia non erano viste come possibili. Game Of Thrones, a dispetto di critiche e petizioni, vince il premio come miglior serie, mentre per il cast la vittoria va per la terza volta a Peter Dinklage come miglior attore non protagonista. Ora qui si potrebbe discutere per ore su quanto i premi siano effettivamente meritati: Dinklage non è stato di certo brillante quest’ultima stagione per non parlare dell’ottava stagione in generale, ma alla fine dei conti agli Emmy la vittoria non sempre va al più meritevole sull’ultimo tratto, ma a chi ha giocato al meglio la partita lunga. Nel caso vi manchi GoT potete riascoltarvi il nostro podcast Fuori Come Un Drago  e ripercorrere la travagliata ottava stagione.

Netflix invece ottiene due premi grazie alla sua Ozark: il protagonista Jason Bateman vince per la miglior regia, mentre Julia Garner ottiene l’Emmy come miglior attrice non protagonista. Se per la Garner i pronostici erano a suo favore, per Bateman la vittoria non era poi così certa: con lui in nomination vi erano 2 episodi di GoT, The Long Night The Last Of The Starks, che erano comunque tra i favoriti alla vittoria – Game Of Thrones dal punto di vista tecnico ha sbancato ai Creative Emmy Awards.

La BBC America riesce a vincere grazie a Judie Comer – miglior attrice protagonista in Killing Eve. La Comer pareggia dunque i conti con la collega Sandra Oh che aveva vinto il Golden Globe ad inizio anno.
Ma la sorpresa maggiore è stata nella categoria del miglior attore protagonista. I pronostici puntavano su Jason Bateman, su Bob Odenkirk (Better Call Saul) o su Sterling K. Brown (This is Us). La statuetta è invece stata assegnata al travolgente e divertente Billy Porter (Pose).
Non molto sorprendente, ma comunque non certa alla vigilia, è stata la vittoria di Succession alla migliore sceneggiatura.

Complessivamente la serata non ha avuto un vincitore: Prime Video e HBO hanno entrambe ottenuto 7 statuette, 3 per Netflix, 2 per FX, 1 per BBC America e 1 per Hulu. La HBO si dimostra ancora un’ottima fornitrice di serie tv di genere principalmente drama, mentre Amazon ha ottenuto ampio consenso nel campo delle comedy.