I due teaser trailer rilasciati in settimana promettono l'ennesima ottima annata per The Handmaid's Tale, che alza il tiro e punta ancora di più sull'iconografia politica.
Tra conferme e sorprese, mentre le piattaforme di streaming continuano a guadagnare terreno, i vincitori dei Golden Globe 2019 sono (quasi) del tutto un'ottima bussola per orientarsi nella qualità televisiva di questa stagione.
La settantesima edizione degli Emmy Awards ci ha lasciati di sasso. SerialFreaks ripercorre la serata, tra i pochi vincitori meritevoli e i tanti, troppi immeritevoli.
Un finale ricco di eventi ed emozioni per una stagione che, in certi momenti, ha rischiato di diluire troppo entrambi. E ora attendere la terza sarà estremamente difficile.
Un penultimo episodio che porta con sé una nuova tragedia, qualche nuovo spunto e un po' di stanchezza narrativa in vista del finale di stagione.
Dopo i traumi dell'episodio precedente, una puntata claustrofobica e carica di pathos che ci mostra azioni e reazioni di June. Riuscirà a fuggire prima che nasca la figlia o che venga trovata?
Annunciato come particolarmente difficile e disturbante, un episodio che di certo non fa sconti emotivi né narrativi e che, di nuovo, ci ricorda con forza quanto Gilead sia vicino.
Il comandante Waterford e Serena sono in missione diplomatica in Canada, mentre June rimane in casa guardata a vista e con un'ansia crescente per il futuro della sua bambina ancora non nata.
In seguito agli eventi dell'episodio precedenti un clima di terrore politico, se già non era abbastanza quello che già abbiamo visto fino ad oggi. Alleanze impreviste si formano. In Canada Moira è preoccupata per le sorti dell'amica, Luke invece un po' meno.
Quando tutto è o sembra essere perduto, un seme può essere tutto ciò che serve per risalire, sempre che non venga distrutto sul nascere. Un episodio che affonda nella disperazione eppure apre la porta a una quasi impossibile speranza.
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