Ho iniziato a vedere serie TV quando Sidney Fox esplorava tombe e Xena ululava lanciando dischi rotanti: da allora, la mia vita è scandita da episodi, forse troppi. Studio medicina, ma se pensate sia una Meredith Grey wannabe vi mando la mafia di Shonda a casa.
Giunta al posto di comando nella Casa Bianca dopo la morte di Frank, Claire scopre che la corona è pesante sulla testa di chi la porta: tra chi la ritiene inadeguata al ruolo che ricopre e chi la vorrebbe morta pur di non averla più al vertice, la nuova Presidente degli Stati Uniti si trova a gestire un castello di carte dall'equilibrio molto precario.
Quando tre ragazzi della classe operaia vengono ammessi a una scuola privata esclusiva a seguito del crollo del loro istituto, lo scontro con gli studenti d'elite causerà danni irreparabili e cambierà per sempre le loro vite.
How to Get Away with Murder ritorna con una premiere senza infamia e senza lode: sazia dei successi ottenuti negli anni precedenti, la serie ci offre l'ennesimo pacchetto pre-confezionato che, pur funzionando, alla lunga rischia di annoiare i fan più esigenti.
La caccia tra serial killer e detective si fa sempre più serrata e ravvicinata, tanto che è sempre più difficile capire chi sia la preda e chi il cacciatore. Nel frattempo, il numero di vittime si accumula al passaggio delle due protagoniste, che devono fare i conti con un passato e un presente troppo ingombranti.
Mentre Villanelle deve fare i conti con il proprio passato, che sembra nascondere più di un'incognita, Eve si trova costretta ad adattarsi al suo nuovo incarico e a vivere un presente problematico che apparentemente sembra non avere soluzione.
Una detective e una serial killer si scontrano in una caccia a livello internazionale, in cui entrambe diventano ossesse l'una dell'altra. Da un lato Villanelle (Jodie Comer), un'assassina sociopatica che non riesce a rinunciare ai lussi che la sua professione inusuale le permette, mentre dall'altro lato troviamo Eve Polastri (Sandra Oh), un'agente del MI5. Stanca e annoiata di passare le proprie giornate seduta a una scrivania, Eve si ripromette di portare più adrenalina nella propria vita professionale con l'obiettivo di dare la caccia a Villanelle.
Grey's anatomy azzarda sempre nuove storyline, ma qualche volta fallisce. Solo April e Meredith, e il suo probabile nuovo amore, riescono a dare luce agli episodi.
Mentre Ben Warren veste i panni di vigile del fuoco, conosciamo Andy Herrera, protagonista di Station 19. Grey's Anatomy lascia da parte le puntate impegnative e ci ridona un po' di sana leggerezza tra giochi da tavolo, flirt e diari di Ellis Grey.
Grey's Anatomy si concede una pausa dal suo tipico ritmo serrato e incalzante per cedere il passo a riflessioni di più ampio respiro. Una scelta comprensibile, che segue il florido interesse di buona parte della produzione e del cast nei confronti delle campagne sociali, ma che forse non ripaga sul piano dell'intrattenimento.
Non una semplice serie tv: Grey's Anatomy continua a sorprendere per la sua capacità di far propria una causa sociale e di veicolarne i messaggi fondamentali, unendo la necessità di puro intrattenimento alla possibilità di sensibilizzare ed educare, e lo fa in maniera convincente toccando le corde più sensibili delle nostre coscienze.
Il ritorno di Peaky Blinders coincide con il ritorno alle origini della famiglia Shelby: minacciati da un nemico assetato di vendetta e colpiti nel profondo, i gangster ormai "di classe" sono costretti a fare dietrofront e a preparare il contrattacco da dove erano partiti. Ciò li mette davanti alla consapevolezza che non possono più abbassare la guardia e che la loro forza deriva esclusivamente dalla loro unione.
Se sulle nuove storyline zoppica un po', non si può di certo dire che Grey's Anatomy non abbia una storia lunga e importante a cui attingere. Il passato, in questi due episodi, diventa una fonte di ispirazione importante, soprattutto in vista dell'episodio chiave numero 300.
Mentre Amelia deve affrontare una delle prove più difficili della sua vita e Riggs smuove cieli e terra per riconquistare Megan, Grey's Anatomy riscopre il piacere di mescolare personaggi e situazioni dei suoi anni d'oro con altri più recenti.
Il primo racconto distopico di Philip K. Dick's Electric Dream è uno sci-fi poliziesco, inno alla comunicazione e ai suoi ostacoli. In un mondo di mutanti telepatici, Ross e Honor sviluppano il loro rapporto non convenzionale.
Dopo 5 anni, l'intreccio dei fili narrativi di Orphan Black giunge a una conclusione dolceamara, dove ciascun personaggio sembra avere trovato il proprio posto nel mondo. Addio, Sestras!
Il viaggio di Sense8 continua, seppur con qualche perplessità, tra catarsi emotive e spirito di rivalsa e riscatto. Benché la trama orizzontale venga lasciata in disparte, assistiamo a un viaggio: quello dei protagonisti, tra emozioni liberatorie e affermazione di sé.
Con i continui alti e bassi che hanno caratterizzato la tredicesima stagione, Grey's Anatomy si dirige verso gli episodi conclusivi. Tra cassetti che si chiudono e storie che si aprono, in mezzo a tanto caos, si percepisce uno spiraglio di speranza.
Un altro episodio di Grey's Anatomy che galleggia sopra l'inaccettabile mediocrità di quelli precedenti. Non malvagio, lontano anni luce dalla perfezione, porta a casa una sufficienza risicata.
Il debutto in regia di Ellen Pompeo si trasforma in un episodio sorprendentemente capace di toccare le corde del cuore dei fan dello show. Una ventata di freschezza, quindi, in una stagione che non verrà ricordata di certo come una delle migliori.
Seppur con il season finale alle porte, Grey's Anatomy non riesce a riprendersi dal torpore narrativo di questa stagione e dimostra di non saper imparare dai propri errori, anche se il risultato non è così pessimo come ci si potrebbe aspettare.
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